Il finocchio selvatico, l’evergreen sempre di stagione

finocchio selvatico

Il finocchio selvatico, noto anche come finocchietto, è un’erba spontanea commestibile che ha la particolarità di poter essere raccolta durante tutto l’anno perchè ha qualcosa da offrire in ogni stagione. In primavera, infatti, si raccolgono i germogli; da luglio fino alla fine di agosto, si raccolgono i semi; in inverno, poi, si possono raccogliere le radici.

Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) appartiene alla stessa specie del finocchio da orto. Differisce da quest’ultimo per l’assenza dell’ingrossamento alla base delle guaine fogliari, cioè la parte del finocchio bianca che consumiamo in cucina. È riconoscibile, inoltre, dalle foglie finemente frastagliate tanto da apparire filiformi. In estate si presenta con fiori gialli da cui si formano i piccoli frutti impropriamente chiamati semi di finocchio. I semi maturano gradualmente, si raccolgono scuotendo le ombrelle dei fiori avendo cura di disporre un sacchetto di carta ben aperto sotto di esse.

È un’erba spontanea non difficile da trovare: l’importante è cercarla nei luoghi giusti. Esistono molte varietà di finocchio selvatico dalle cui differenze dipende la diversa aromaticità della pianta.

Il finocchio selvatico cresce meglio in ambiente mediterraneo ma riesce ad adattarsi anche ai climi meno temperati fino ad arrivare in montagna fino a 1.000 metri di quota. Se conoscete un luogo soleggiato, con terreno calcareo, questo è il posto ideale per trovare il finocchietto selvatico. Si adatta bene anche ai terreni sassosi e cresce perfettamente sia su pendii rocciosi che nei prati. Preferisce il sole ma si adatta anche all’ombra parziale, può crescere spontaneamente nei campi incolti così come negli orti, sui sentieri o ai bordi di muri assolati.

Quest’erba spontanea è molto usata in fitoterapia. Antico rimedio naturale, famoso per le sue virtù diuretiche, antispasmodiche e antiemiotiche, viene impiegato anche per disturbi gastro-intestinali perfino per le coliche dei neonati a cui può essere somministrato un decotto preparato con i suoi semi.

Quanto all’uso del finocchio selvatico in cucina e in ambito gastronomico c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si possono usare i giovani getti, la guaina esterna, parti interne dei fusti, le parti più tenere, le foglie ancora non schiuse, i germogli, i piccioli fogliari e le foglie schiuse. Le foglie più giovani, quelle non ancora schiuse, possono essere usate crude in insalate o cotte, per aromatizzare minestre, frittate, salse o da usare come spezia su portate a base di carne e pesce. I semi possono essere usati come spezia per una grande gamma di piatti ma anche per decotti e infusi.

Di seguito vi proponiamo la ricetta del pesto di finocchietto selvatico con cui potrete condire la pasta o anche tartine e bruschette.

Pesto di finocchietto selvatico

Ingredienti

In una pentola capiente fate bollire l’acqua salata in cui sbollenterete per cinque minuti il finocchietto, dopo averlo lavato e privato delle foglie più dure. A questo punto scolatelo e lasciatelo freddare, quindi separate le cimette del finocchietto dalle parti più legnose.

Per realizzare il pesto, utilizzare un mixer. Nell’apposito bicchiere, inserite il finocchietto, l’aglio, le mandorle ed i pinoli, il formaggio grattugiato e azionate il mixer, versando l’olio a filo fino a raggiungere un composto liscio ed omogeneo.

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