(di Vanessa D’Acquisto) «Chiunque produrrà birra di cattiva qualità sarà preso con la forza e gettato nel letame». Così affermava un editto promulgato nell’XI secolo a Danzica, in Polonia.
Successivamente, nel 1516 in Baviera, veniva emanato il Reinheitsgebot, editto della purezza, il quale regolarizzava la produzione della birra, stabilendo che gli ingredienti principali dovevano essere solo il malto d’orzo, il luppolo e l’acqua, mentre qualsiasi altro ingrediente veniva bandito. Questa legge è tutt’ora in vigore in Germania.
Oggi, in altre parti del mondo, per la produzione della birra vengono utilizzati altri ingredienti in aggiunta o in sostituzione di quelli principali. Troviamo in commercio birre aromatizzate alla frutta, alla liquirizia, al caffè, al wiskey. Ma tranquilli, nessuno subirà la punizione presente nell’editto polacco.
Perché parlare di birra? Il 22 settembre a Monaco di Baviera si è aperto l’annuale Oktoberfest (tradotto “Festa d’Ottobre”). Nata nell’ottobre del 1810 come festa per le nozze tra il principe ereditario bavarese e la principessa di Sassonia, nel corso del tempo l’Oktoberfest divenne espressione della cultura tedesca e delle tradizioni bavaresi. Nonostante si può considerare l’Oktoberfest distante da noi dal punto di vista tradizionale, la nuova realtà birraria siciliana offre un punto di incontro.
Nell’Isola assistiamo alla crescente presenza di birrifici artigianali, nel 2015 se ne contano 39, divisi tra brewpub (pizzerie, pub, ristoranti che producono birre da vendere al pubblico), homebrewer (la birra prodotta in casa) e beer firm (piccoli birrifici che producono la birra con una propria etichetta e ricetta, ma che utilizzano impianti esterni). I birrifici artigianali puntano a creare una birra riconoscibile all’estero non solo perché prodotta fisicamente nel territorio, ma perché vengono utilizzati ingredienti autoctoni. Le birre artigianali siciliane vengono prodotte principalmente con malto e frumento locale. Caratteristica comune alla maggioranza delle birre è l’aroma di agrumi (naturalmente siciliani). In più, si possono trovare birre composte in parte da uve; non mancano quelle all’aroma di ficodindia, carruba, liquirizia e caffè.
Se l’Oktoberfest lo trovate fisicamente lontano, potrete ricrearlo a casa vostra, in compagnia dei vostri amici offrendo loro il pane tipico bavarese. Accompagnandolo, ça va sans dire, a una delle numerose e ottime birre artigianali siciliane. L’origine del Pretzel risale al 610 quando i monaci riunivano gli avanzi dell’impasto del pane. La forma ricorda le braccia incrociate in segno di preghiera e i tre buchi che si formano simboleggiano la Trinità.
Bretzel (o Pretzel) tedesco
Ingredienti
500 gr di farina 00
250 ml di acqua
25 gr di lievito di birra
60 gr di burro
2 cucchiai di bicarbonato
1 cucchiaino di malto
1 cucchiaino di sale
sale grosso, semi di papavero, sesamo, q.b.
Preparazione
Sciogliete in 200 ml di acqua tiepida il lievito e il malto. Iniziate ad impastare aggiungendo gradualmente la farina. Lasciate riposare 15 minuti in un posto caldo. Fate sciogliere il sale nei restanti 50 ml di acqua e unite all’impasto insieme al burro sciolto. Impastate fino ad ottenere una pasta elastica e compatta. Lasciate riposare un’ora e mezza in un posto caldo. Dividete l’impasto in otto parti uguali e di ognuno create dei filoni lunghi circa 60 cm. Create la classica forma ad incrocio e posizionate i bretzel su una teglia ricoperta con la carta da forno e lasciate lievitare per altri 30 minuti circa. Fate bollire 3 litri d’acqua in cui avrete aggiunto il bicarbonato un cucchiaio alla volta. Immergete per 15-20 secondi i bretzel e poi lasciateli scolare su un canovaccio. Cospargeteli con il sale grosso, i semi di papavero e sesamo. Posizionateli su una teglia con la carta da forno, informate a 200°C per 20-25 minuti fino a quando otterranno il classico colore scuro.