(di Angela Sciortino) Giuseppe Oriti, allevatore di maialini neri dei Nebrodi e produttore di porchetta e altri salumi di eccellenza, ha trionfato alla seconda edizione del Messina Street Food Fest, la manifestazione dedicata al cibo di strada che si è svolta dall’11 al 14 ottobre nella città dello Stretto.
Al secondo e terzo posto rispettivamente Bracevia a tutta pecora che ha proposto gli arrosticini abruzzesi e Hostaria di Puglia con le bombette pugliesi. Un premio speciale come rivelazione del Messina Street Food Fest 2018, è stato attribuito alla pasticceria Panebianco e alla sua setteveli al bicchiere.
Oriti ha ricevuto il primo premio come operatore più gradito dal Presidente di Confercenti Messina e ideatore dell’iniziativa, Alberto Palella. L’azienda agrituristica “Il Vecchio Carro” che Giuseppe Oriti gestisce insieme alla moglie Eliana Carroccetto è a Caronia, in provincia di Messina, nel Parco dei Nebrodi. L’azienda da 20 anni è specializzata nell’allevamento allo stato semibrado del maialino nero dei Nebrodi, specie autoctona antichissima che si caratterizza per la piccola taglia e il mantello scuro. Le pregiate carni di maialino nero, molto tenere e saporite, vengono successivamente lavorate e trasformate in prodotti di altissima qualità, quali porchetta, prosciutto crudo, salame, salsiccia secca, capocollo, pancetta, lardo.
Al Messina Street Food Fest ha trionfato il panino con cipolla caramellata e porchetta di maialino nero per la cui produzione vengono selezionati i lattonzoli con un peso compreso tra gli 8 e i 20 kg. Il gusto della carne a cui non vengono aggiunti né additivi, né conservanti, viene esaltato dai maestri salumieri attraverso un procedimento di massaggiatura con il sale marino siciliano e con vari aromi naturali, che precede la cottura nel forno a legna dell’azienda agricola, secondo l’antica ricetta di famiglia.
Grande successo poi per i cooking demo dedicati alla Fondazione Aurora Onlus Centro Clinico Nemo Sud unica struttura al Sud d’Italia che si occupa dei pazienti con malattie neuromuscolari. Forse un po’ pazza l’idea, ma ben riuscita, quella di organizzare una dimostrazione culinaria con i tre ambasciatori del gusto messinesi che si sono sbizzarriti sul tema del mojito.
Francesco Arena del panificio Masino Arena (gli inglesi lo avrebbero definito più elegantemente Bakery), Pasquale Caliri del Marina di Nettuno, e Lillo Freni della pasticceria che porta il suo cognome, hanno proposto ciascuno una preparazione ispirata al celebre drink cubano a base di rum, lime e menta. Di questo hanno usato tutti gli ingredienti ad eccezione del lime che, per dare un tocco di “sicilianità” alle preparazioni è stato sostituito con il verdello siciliano. In tutti e tre i piatti, poi, la presenza della ricotta di pecora ha dato un tocco decisamente particolare.
Nell’arancino (così i messinesi si ostinano ancora a chiamarlo nonostante il pronunciamento dell’Accademia della Crusca) al mojito di Francesco Arena, sotto una delicata panatura e uno strato di riso Roma coltivato in Sicilia, si è trovato un delicato e profumatissimo ripieno fatto di ricotta dove si è sentito lo zucchero di canna (ingrediente che non può mancare nel mojito) la menta (a Cuba porta il nome di hierba buena) e il verdello siciliano.
Nel risotto di Pasquale Caliri che per questo tipo di pietanze ha avuto un indimenticabile maestro come Gualtiero Marchesi, il mojito c’è (il rum è servito a sfumare il riso, il verdello e la menta sotto forma di riduzioni hanno impreziosito la base del risotto) e ben si è unito al sapore delle ostriche crude e alla ricotta. Il tutto in un armonico insieme in cui però, come ha insegnato a Caliri lo chef italiano più famoso al mondo e che ha rivoluzionato la cucina italiana, i sapori si sentono ben distinti.
L’ispirazione per il dolce, Lillo Freni l’ha tratta dal riso nero, antica ricetta messinese. Nel suo dolce nel bicchiere da mangiare al cucchiaio c’è ricotta, massa di cacao venezuelano e riso integrale siciliano. E il mojito? Sotto forma di riduzione addensata con pectina ha colmato di aroma il cucchiaio sorbito golosamente.
In serata è toccato agli chef Giuseppe Raciti, Licia e Nunzio Campisi e Natale Giunta deliziare gli ospiti con ricette che hanno saputo coniugare alla perfezione la tradizione legata ai prodotti di eccellenza del territorio con la creatività che appartiene solo a grandi professionisti del settore.