Le patate “vugghiute”, dalla saggezza popolare l’elisir di lunga vita

Dall’antica saggezza popolare siciliana, ci giunge l’elisir della lunga vita riassumibile nel proverbio “Cu mancia patate un muori mai”. La motivazione di questo detto risiede probabilmente nell’elevato contenuto nutritivo contenuto nella patata che, in occasione di carestie e guerre, è stato l’alimento principale che ha contribuito a sfamare tantissima gente.

Palermo è una città dalle mille contraddizioni, riscontrabili persino in ambito gastronomico poiché da un quartiere all’altro cambiano ingredienti e preparazioni delle ricette che ne modificano completamente il gusto. Tuttavia esistono alimenti la cui preparazione elementare accomuna davvero tutti e che troverete ovunque cucinate allo stesso e identico modo. Le patate vugghiute, ovvero bollite, ne sono un esempio.

Si tratta del più semplice e salutare dei cibi da strada che è possibile trovare dal proprio fruttivendolo di fiducia in tutti i mesi dell’anno e a qualsiasi ora del giorno. Una irresistibile tentazione gastronomica, che, a partire dalle prime ore del pomeriggio, ogni fruttivendolo, ambulante o residente, prepara sapientemente per stuzzicare l’appetito di clienti e passanti.

Erroneamente si potrebbe credere che non ci sia molto da dire sulle patate bollite e che chiunque sia in grado di farle. E invece no. Le patate vugghiute del fruttivendolo sono più buone di quelle che possiamo fare a casa. Magari sarà merito di qualche ingrediente segreto alla Quiller (chi non ricorda il noto personaggio di Adriano Celentano), o del pignatuni, ovvero la grossa pentola in cui vengono fatte bollire, o ancora della temperatura e del quantitativo di sale in essa disciolto. 

È certo, però, che quelle comprate hanno un altro, e inconfondibile, sapore. Questa certezza fa sì che con il proprio fruttivendolo, si instauri un rapporto di fiducia proprio come con il proprio parroco, paragone da cui deriva il soprannome parruccianu, con il quale ci si può confidare e che ricambierà la fiducia con un rassicurante “ci penso io a lei” che suggellerà per sempre l’unicità del legame.

Le patate bollite sono vendute con la sonora abbanniata: “Cu mancia patati un muori mai” e non stupitevi se quando vi avvicinerete il fruttivendolo vi chiederà “comu l’avi a’ fari?” dando prova della propria professionalità elargendo il giusto consiglio a seconda del tipo di preparazione. Una volta acquistate vi renderete conto che sbucciarle sarà semplicissimo perché la buccia verrà via non appena la tirerete dopo averla incisa. Vi accorgerete anche che hanno un profumo e un sapore che rende praticamente impossibile non addentarle mentre si è ancora per strada. Proviamo a farle a casa aggiungendo poi una salsa che le trasforma in una vera e propria pietanza.

Patate bollite con salsa alle erbe aromatiche

Ingredienti

1 kg di patate a buccia sottile
1 lt di acqua
200 gr di sale
olio etravergine di oliva
sale q.b.

Per la salsa

un vasetto di yogurt magro
un cucchiao di senape in grani
2 prese di sale
un cucchiaino di erba cipollina
un cucchiaino di dragoncello
un cucchiaino di aneto
un cucchiaino di maggiorana
qualche foglia di basilico fresco
grani di pepe rosa

In una grossa pentola mettete un litro di acqua e 200 gr di sale. Raggiunto il bollore fate cuocere le patate per circa 20 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino. Appena pronte scolatele, passatele sotto l’acqua fredda corrente qualche secondo, e sbucciatele.

A questo punto mescolate lo yogurt con la senape, il sale, l’erba cipollina, il dragoncello, l’aneto, la maggiorana ed il basilico tagliato finemente. Stemperate la salsa ottenuta con 2 cucchiai di acqua tiepida e utilizzalo per condire le patate appena lessate. Finite con grani di pepe rosa per decorare.

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