(di Manuela Zanni) Quella tra il 31 ottobre e il 1° novembre, negli Stati Uniti è nota come la notte di Halloween, una ricorrenza da molti considerata contraria alla tradizione siciliana perchè ritenuta poco rispettosa nei confronti dei defunti.
In realtà, come tutte le tradizioni mutuate da altri popoli, se accolta con benevolenza evitando gli eccessi, anche questa festa può essere celebrata senza sensi di colpa nei confronti delle proprie tradizioni.
In un’epoca storica in cui si assiste quotidianamente alle conseguenze negative derivate dall’intolleranza nei confronti di ciò che è diverso da noi, per razza, orientamento sessuale o religione, tacciare negativamente usi e abitudini di un popolo per difendere a spada tratta le proprie, può rappresentare un atteggiamento al limite della xenofobia. L’apertura all’altro, al nuovo e, appunto, al diverso, invece, può e deve rappresentare una forma di rispetto necessaria nei confronti di ciò che è “altro da sè”.
La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo “All-Hallows-Eve”, cioè la notte prima di Ognissanti. Si tratta una festività di origine celtica che ha assunto le forme con cui oggi la conosciamo negli Stati Uniti e che si celebra la notte del 31 ottobre. L’usanza si è poi diffusa anche in altri paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa con la formula del dolcetto o scherzetto. Tipica della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto, così come l’emblema della zucca intagliata, derivato dal personaggio di jack-o’-lantern.
Le origini di Halloween si ricollegano al periodo pre-cristiano, nella fattispecie alla festività celtica di Samhain il cui nome significa approssimativamente “fine dell’estate”. Secondo il calendario celtico, infatti, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre. Alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona, dea dei frutti e dei semi, o nella festa dei morti chiamata Parentalia.
Sembra che inizialmente Samhain fosse un periodo di tempo per raduni festivi e non c’è evidenza che fosse connesso con la morte in epoca precristiana, o che si tenessero cerimonie religiose pagane. L’associazione col tema della morte e con il soprannaturale sembra affermarsi in un periodo successivo, fino a divenire evidente nella più recente evoluzione della festa, con le sue maschere macabre.
Lo sviluppo di oggetti e simboli associati ad Halloween si è andato formando col passare del tempo. Ad esempio l’uso di intagliare zucche con espressioni spaventose o grottesche, risale alla tradizione di intagliare rape per farne lanterne con cui ricordare le anime bloccate nel purgatorio.
Nella versione statunitense di Hallowen i bambini travestiti da streghe, scheletri, fantasmi e altri personaggi paurosi, vanno di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda “Dolcetto o scherzetto?”. La parola “scherzetto” in realtà è la traduzione dell’inglese “trick”, cioè una “ minaccia” di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato nessun dolcetto (“treat”). Questa usanza risale al Medioevo e si rifà alla tradizionale elemosina: i poveri andavano di porta in porta a Ognissanti (1 novembre) e ricevevano cibo in cambio di preghiere che avrebbero recitato per i morti all’indomani, cioè nel giorno della commemorazione dei defunti (2 novembre).
Sebbene negli ultimi anni la festività di Halloween abbia assunto carattere meramente consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari – in cui i party in maschera e festeggiamenti tematici superano il valore della tradizione – può essere divertente preparare in questo giorno una pietanza a base di zucca e offrire caramelle ai bambini al motto di “dolcetto o scherzetto?”. Nessuno ci vieterà il giorno successivo di regalare ai nostri figli “u cannistru” e la “pupaccena” e, anzi, sarà più bello notare insieme a loro le differenze e le similitudini tra le due festività nel rispetto reciproco.
La ricetta che di seguito vi proponiamo sarà un modo simpatico per accogliere – almeno per un giorno – le tradizioni che non ci appartengono, senza per questo motivo, dimenticare le nostre.
Torta speziata alla zucca
Ingredienti
200 gr di farina
50 gr di farina di mandorle
250 gr di zucca
150 gr di zucchero semolato
125 gr di yogurt bianco cremoso
120 gr di latte
60 gr di burro fuso
1 bustina di lievito
scorza di limone
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di cannella in polver
Pulite la zucca eliminando buccia e semi, quindi tagliatela a pezzi e frullatela con il mixer. A questo punto unite tutti gli altri ingredienti e amalgamateli fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Quindi versatelo all’interno di una teglia imburrata ed infarinata. Livellate bene e ponetelo in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti. Appena pronta estraetela dal forno e lasciatela raffreddare. Spolveratela con dello zucchero a velo e servitela.