(di Angela Sciortino) Buona la prima, e sicuramente si ripete. Ovviamente fra un anno, o forse meno. E visto il successo della prima edizione di Vigen ci si prepara, oltre a un maggior successo di pubblico, anche all’interesse di altre cantine siciliane.
A Cefalù da poco è calata la tela su Vigen 2019, la kermesse dedicata ai vini da vitigni autoctoni siciliana organizzata da Arcom, l’associazione di artigiani, commercianti e ristoratori cefaludesi. La rassegna ha animato la cittadina normanna dal 22 al 24 marzo e si è svolta nello splendido complesso monumentale dell’ex Rettoria di San Domenico con banchi di assaggio, masterclass e conferenze.
Numeri già importanti per un debutto: 33 le aziende vinicole espositrici con i loro vini da vitigni autoctoni per oltre 200 etichette in degustazione, più di 1600 visitatori (paganti) e in gran parte, quasi per il 75 per cento, operatori del settore.
Affollate, ma sempre a numero chiuso, le tre masterclass dedicate ai tre più importanti vitigni autoctoni, condotte magistralmente dal delegato Ais Luigi Salvo, professionalmente assistito dai sommelier Domenico Maniscalco e Mauro Lo Iacono, e che ha visto la partecipazione di giornalisti di importanti testate di settore, sommelier, distributori e produttori.
Nella prima, una orizzontale dedicata al Grillo, ben sedici vini da questo vitigno a bacca bianca provenienti da vari territori dell’isola, da diverse altitudini e con filosofie di produzioni diverse. La grande varietà ha fatto riflettere e discutere sull’enormi potenzialità di questo vitigno autoctono che oggi, con 14 milioni di bottiglie prodotte, rappresenta un importante fetta della Sicilia enologica.
Nel corso della seconda giornata di Vigen 2019, la verticale dello Shiarà della Castelluccimiano. Declinato in sette annate – dalla quella del 2008 a quella del 2017 – il Catarratto, il vitigno più diffuso in Sicilia, ha mostrato potenzialità e longevità.
Altro importante focus si è svolto sul vitigno principe siciliano, il Nero d’Avola. Nella masterclass dedicata a questo vitigno autoctono del Sud Est della Sicilia ma diffuso ormai in tutta l’Isola, ben 18 i vini degustati. Anche in questo caso provenienti da vari areali e con diversi metodi produttivi, dall’affinamento solo in acciaio, fino ai 30 mesi di tonneaux. Tutti piacevoli da bere, austeri ed in alcuni casi con gran livello di qualità nei bicchieri.
Una giuria popolare, costituita da tutti coloro che hanno degustato i numerosi vini messi a disposizione sui banchi di assaggio e hanno imbucato l’apposita scheda di votazione, ha decretato il miglior vino bianco e miglior vino rosso presenti a Vigen. Il più votato tra i bianchi è stato il Grillo Vigna di Mandronova 2018 di Alessandro di Camporeale; tra i rossi, invece, si è distinto il Cerasuolo di Vittoria Classico 2017 Nakri di Mortilla. I due vincitori, Benedetto Alessandro e Valentina Nicosia, sono stati premiati con un targa nel corso del dibattitto che ha coinvolto produttori e giornalisti nella giornata conclusiva di domenica.
Nella stessa giornata sono stati anche consegnate le targhe ricordo e i premi della sezione cefaludese dell’Amira, l’associazione dei maitre italiani di ristoranti e alberghi ai partecipanti del Trofeo Enogastronomico “L’arte del Flambè”. Per i giovani sono state premiate le coppie Zoida/Mammano (primi classificati), Parisi/Cammarata (secondi) ed ex equo al terzo posto le coppie D’Ugo/Foti e Di Chiara/Tafil Halili. Tra i professionisti il podio è toccato ex-equo a Antonio Giallombardo e Gabriele Di Cara, mentre Giuseppe Fortunato si è classificato secondo.
Vigen 2019 ha visto anche momenti di spettacolo ed intrattenimento, su tutti lo straordinario concerto di chiusura del talentuoso Francesco Buzzurro, vero virtuoso della chitarra che ha emozionato la sala dell’ex Rettoria stracolma di spettatori.
Riservato alla stampa il “Restaurants Press Tour” che è servito a far conoscere alcuni (in totale sono centodieci i locali a Cefalù) dei ristoranti significativi della cittadina madonita: Qualia, La Galleria, Tinchitè, Il Normanno, Cortile Pepe e Al Porticciolo.
La macchina organizzativa è già al lavoro per la prossima edizione che si prospetta ancora più ricca nei numeri e nei contenuti.