(di Redazione) Centotrenta nuovi ambasciatori di cultura e territorio il 7 giugno scorso hanno ricevuto dalla Fondazione Italiana Sommelier i diplomi di sommelier del vino, dell’olio, di champagne e, per la prima volta, anche di barman, con un testimonial d’eccezione, la doppia stella Michelin Pino Cuttaia, presidente di Soste di Ulisse.
«Un piatto racconta un territorio attraverso le sue materie prime di eccellenza, il vino e l’olio sono le parti imprescindibili di uno stesso racconto», ha detto il patron del ristorante la Madia di Licata.
«Il nostro desiderio di promuovere la cultura del vino e dell’olio ci porta ad esplorare nuovi orizzonti – ha esordito il presidente siciliano Fondazione Italiana Sommelier Paolo Di Caro – perché i sommelier non sono solo l’anello di congiunzione fra il mondo del vino è quello del cibo di qualità, ma veri e propri ambasciatori di cultura, territorio, identità e specificità».
La cerimonia si è svolta al Four Points by Sheraton Catania e per la prima volta ha riunito le città siciliane Palermo, Messina e Catania per la consegna delle pergamene, a conclusione dei quattro corsi che si sono svolti durante l’ultimo anno. In particolare, conclusi: il 5°corso del vino, con la novità quest’anno delle sezioni territoriali. Oltre Catania, infatti, sono partite le prime edizioni a Linguaglossa sull’Etna, Graniti (Messina) e Palermo.
«L’anno prossimo – ha anticipato Paolo Di Caro – debutteremo anche ad Agrigento e Caltanissetta. Ci aspetta un nuovo anno di appuntamenti anche per il mondo degli appassionati, non solo sull’Etna».
Concluso anche il 3° corso dell’olio, il 2° dello champagne, mentre il 2019 è stato il lancio del corso per barman, il secondo in tutta Italia dopo Roma. «Non potevamo non cogliere la sempre crescente attenzione verso il mondo della miscelazione – commenta Di Caro – che affascina tantissimi giovani e che ci piace particolarmente perché significa consegnare al mondo della movida, nuovi ambasciatori di qualità».
Centotrenta corsisti, dunque, con una forte rappresentanza femminile, almeno il 40 per cento di donne che si avvicinano sempre più al mondo del vino, dell’olio e dello champagne per passione e curiosità, ma anche perché quella del sommelier è diventata una professionalità sempre più spendibile che apre a nuove opportunità di lavoro.
Come per Giuditta Pannitteri, la più giovane corsista fra tutte, appena ventunenne, ma con le idee chiare, che ha messo insieme una bella tripletta, conseguendo ieri contestualmente sia il diploma di sommelier dell’olio che quello di barman, in procinto di completare il corso del vino e conquistare la sua terza pergamena. «Perché – dice – il food&beverage rappresenta la nuova frontiera ed è necessario avere in mano gli strumenti giusti».
Diventare sommelier del vino è stata invece una scelta di cuore e di famiglia, per Loredana Cipriano e Morena Benenati, accumunate dallo stesso destino di condividere la propria vita sentimentale con gli chef stellati Pino Cuttaia e Pietro D’Agostino, stella Michelin de La Capinera di Taormina, e adesso anche quella lavorativa, formando una squadra pluridecorata.
Dopo la consegna dei diplomi, al via i festeggiamenti con angoli degustazioni olio, food&wine con venti aziende del Sud, Sud Est Sicilia, e il corner-bar dedicato ai cocktail, “gestito” dai neo-barman di Fondazione.
La Fondazione Italiana Sommelier, nata nel 2013 dopo 52 anni di attività come Associazione Italiana Sommelier Roma’, anche proprietaria del marchio Associazione Italiana Sommelier dell’Olio, è membro di Worldwide Sommelier Association, l’Associazione dei Sommelier nel Mondo, nata con lo scopo di contribuire a migliorare la diffusione della cultura del vino e del cibo, riunendo in questo progetto 25 tra le più prestigiose associazioni del mondo coinvolte nel settore.
La Fondazione Italiana Sommelier è anche editore da oltre trent’anni e pubblica, sotto il marchio di Bibenda editore, le pubblicazioni di maggior successo che riguardano vino e dintorni.