Villa Miraglia ritrovata, da rifugio di montagna a relais di lusso con cucina raffinata

Relais Villa Miraglia 2

Biancaneve e i suoi sette nani non si sono fatti vedere. Ma di certo abitano lì, sui Nebrodi, al Relais Villa Miraglia nel cuore della faggeta più a Sud e più alta d’Europa (1500 metri).

La contrada porta un nome inquietante – Portella femmina morta, chissà perché – ma i luoghi sono di una bellezza struggente. 

Riposa l’occhio, il corpo e soprattutto lo spirito. Chi arriva non vorrebbe mai andarsene e quando va via pensa di tornarci prima che può. Nella stagione calda, poi, mentre a quote più basse o in città si boccheggia, qui si sta freschi. D’inverno spesso c’è la neve e in questo caso è lo spettacolo che si presenta è forse ancora più affascinante.  

Villa Miraglia si trova a Cesarò ed è una delle strutture ricettive più belle dell’intera provincia di Messina. Costruita nel 1926 sul monte Soro come residenza privata dell’allora sindaco di Giardini Naxos, venne successivamente venduta alla Provincia Regionale di Messina. Nel 1975 Villa Miraglia venne aperta al pubblico come rifugio montano. Da rifugio a relais di lusso solo nel 2018, dopo un’un’attenta opera di ristrutturazione che ha valorizzato la struttura esistente realizzata dai nuovi gestori: i fratelli Rino, Antonino e Mariella Mazzurco a cui la Città Metropolitana di Messina ha affidato la gestione per un trentennio. 

Qui natura e relax vanno a braccetto. In inverno la neve regala un paesaggio incantato, in estate la struttura si presta per vacanze naturalistiche in cui dedicarsi al trekking, alle passeggiate a cavallo, ai tour in quad, fuoristrada o mountain bike.

Dieci camere in tutto. Calde e accoglienti, curate in ogni dettaglio e dedicate al tema della fauna e della flora del Parco dei Nebrodi, alcune delle quali dotate di caminetto in pietra. 

Il relais è articolato su tre livelli, è dotato di un’area ristoro all’aperto con servizio al tavolo e di un elegante ristorante, espressione della cucina tradizionale nebroidea. Lo chef è Gianluca Barbagallo, figlio d’arte, cresciuto tra le cucine di famiglia. I fratelli Mazzurco infatti sono un’istituzione nel territorio di Cesarò, dove da tantissimi anni gestiscono il loro ristorante. 

Barbagallo, forse ancora più di altri colleghi siciliani che hanno a cuore il rispetto della tradizione, ha scelto di interpretare in chiave moderna gli ingredienti del territorio. E così, recuperando i sapori perduti, li fa scoprire a chi non li conosce ancora, in particolare ai turisti italiani e stranieri che scelgono di trascorrere le loro vacanze alla scoperta del Parco dei Nebrodi. 

Gianluca Barbagallo, come molti altri colleghi siciliani, è uno chef che non avrebbe dovuto fare questo mestiere, almeno secondo le intenzioni dei genitori. Ha frequentato economia e gestione delle imprese all’Università di Catania, dove si è pure laureato, ma il suo sogno è stato sempre quello di diventare chef: impossibile non sentire il richiamo della cucina per lui che è cresciuto in una famiglia di ristoratori. E così dopo la laurea, studia alla scuola del Gambero Rosso, poi torna a Cesarò e inizia a lavorare come cuoco nel ristorante di famiglia, infine dal 2015 si dedica al nuovo progetto del “Relais Villa Miraglia” e dall’apertura, avvenuta nel marzo 2018, guida la brigata del suo ristorante.

Un saggio di questo viaggio intorno ai sapori perduti che promette il Relais Villa Miraglia è stato dato recentemente alla stampa di settore a cui è stata riservata un’accoglienza fuori dal comune.

Al tramonto, per l’aperitivo, infatti, ci si è spostati a Pizzo degli Angeli, in una radura in mezzo al bosco.

Tutto pronto e apparecchiato come si fa quando si prepara il set di Linea verde o trasmissioni simili. Provola dei Nebrodi fresca e stagionata, ricotta infornata, culatello, capocollo e lonza realizzati dai Mazzurco con il suino nero dei Nebrodi sono stati accompagnati ai vini di Tasca d’Almerita introdotti e narrati da Dimitri Lisciandrello.

Dimitri Lisciandrello
Gianluca Barbagallo

E poi un piccolo tour fino all’”Acqua fresca” dove viene captata la sorgente che alimenta il Relais Villa Miraglia. Ci si sarebbe potuti fermare a quell’aperitivo più che rinforzato, ma per la cena Gianluca Barbagallo aveva già preparato una serie di entrèè (arancinette alla provola dei Nebrodi e cipollotti alla menta) e un quadrotto di antipasti: cappuccino ai funghi porcini, medaglione di fegato, ricotta con fiore di zucca in tempura, lingua di vitello in salsa verde.

A seguire i due primi: raviolo al lardo, ricotta, maggiorana e asparagi (quelli selvatici dal sapore fortemente amarostico) e paccheri al pesto di mandorle (quelle locali), guanciale (di suino nero dei Nebrodi, ça va sans dire) e pomodoro confit abbinati all’Etna Rosso Doc Ghiaia Nera del 2016.

Prima del dessert – un crumble di mandorle con crema di mela e mousse alle mandorle accoppiato alla Malvasia di Salina della tenuta Capofaro – un delizioso filetto di maialino dei Nebrodi accompagnato da fettine di mela appassita a cui è stato abbinato un ottimo Etna Rosso Doc “Contrada Rampante” della Tenuta Tascante.


L’aria frizzantina della sera e i giochi con il gigante buono Homer, uno splendido esemplare di cane San Bernardo di “appena” 80 chilogrammi di peso, hanno fatto smaltire facilmente la grande, ma allo stesso tempo raffinata “abbuffata”.

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