(di Redazione) Domani, 12 luglio, al Baglio di Pianetto a Santa Cristina Gela di scena “Il trapasso dell’acino in vino”, la commedia brillante che racconta una originale rivisitazione del miracolo della trasformazione dell’acqua in vino.
La commedia nasce da un’idea di Davide Ganci che ne ha curato testi e soggetto. Vede in scena artisti con formazione e background diversi, tra cui: Giovanni Libeccio che ha collaborato con Luigi Burruano e Antonio Pandolfo già sul grande schermo con Ficarra e Picone e in televisione nella “mossa del cavallo” di Andrea Camilleri.
La piéce teatrale con la regia di Marco Pomar, autore di testi e scrittore di racconti brevi, da anni presente nel mondo del teatro e della commedia palermitana, bilanciata tra ironia e sagacia, offre numerosi spunti di riflessione e momenti di inebriante ilarità.
Quella del Baglio di Pianetto è la terza replica. Dopo l’anteprima dello scorso 14 giugno presso la Tonnara dell’Orsa di Cinisi, le il debutto alle Cantine Florio a Marsala (20 giugno), e le repliche del 21 e il 22 giugno al Convento di Baida, sede del ristorante “I Monaci”. Seguiranno altri spettacoli in altre location: il 31 luglio, al Teatro Rosa di Pollina, il 21 agosto torna alla Tonnara dell’Orsa di Cinisi e il 4 settembre al Castello di Partanna.
Tornando all’appuntamento di domani presso la cantina Baglio di Pianetto a Santa Cristina Gela, al termine dello spettacolo, alle 20.30 circa, è prevista una cena e una degustazione di vini curata da Osteria dei Sommelier. “Il trapasso dell’acino in vino”, fa parte del progetto “Teatro in Cantina” promosso da Osterie dei Sommelier e realizzato per diffondere e promuovere la cultura del vino attraverso la fruizione dell’esperienza teatrale in luoghi particolarmente suggestivi come complessi monumentali, siti storici e cantine. Protagonista questa estate di una tournée teatrale che ha già coinvolto le principali cantine siciliane, l’anno prossimo partirà alla volta di altre regioni italiane.
«Questa commedia – spiega Ganci – racconta le tematiche legate al mondo del vino in modo originale. L’occasione della narrazione è la rivisitazione del miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, il trapasso dell’acino in vino è la metafora della resurrezione, ma non ci sono pretese di carattere religioso. É un testo semplice scandito dal ritmo di un dialogo che diventa sempre più incalzante. Poiché non tutti gli acini possono trasformarsi in vino e qualcuno viene obbligatoriamente scartato quello che viene fuori è un’immagine irriverente sul mondo del vino, sulla sua stratificazione e i suoi capricci».
«Si tratta per me di una bella scommessa – racconta il regista Marco Pomar – perchè è la prima volta in cui mi sono cimentato in una regia con un testo non mio, sperimentando il confronto con gli autori e il lavoro di editing. Si è creata una bella armonia tra gli attori e il risultato è senza dubbio positivo, è stato un lavoro molto complicato ma anche molto gratificante».
Per info e prenotazioni: 346 0553773