Si chiama Concours mondial de Bruxelles, ma non si svolge nella capitale belga. Ogni anno cambia sede e per il 2020 la sede è stata scelta a Brno in Repubblica Ceca. Dal 1994, anno della sua istituzione, e per una decina d’anni si è sempre svolto a Bruxelles; dal 2003 è diventato itinerante e da allora ha visitato già ben 14 paesi e il prestigio si è via via accresciuto. A testimoniarlo il numero dei paesi partecipanti (50 nel 2019) e dei vini e degli alcolici che sono pervenuti alla segreteria del concorso nell’ultimo anno: più di 10 mila.
Per esaminare un così elevato numero di campioni ci sono voluti 350 giudici anch’essi provenienti da una cinquantina di paesi. Moltissimi di questi sono giornalisti e costituiscono il 60 per cento del totale. Nel corso degli anni questa figura ha via via preso il posto degli enologi, ancora presenti in giuria ma non come un tempo. Tra i giudici anche buyers e importatori, produttori e sommelier.
Il concorso è stato recentemente presentato a Palermo all’Nh Hotel – sede della locale delegazione dell’Ais – da Luigi Salvo delegato Ais Palermo e presidente di giuria al Concours e Karin Meriot ambasciatrice e coordinatore per l’Italia.
In oltre due ore di puro spettacolo legato al vino, l’esposizione e la degustazione guidata dei vini siciliani che nella scorsa edizione svoltasi in Svizzera hanno conseguito una delle tre medaglie previste dal concorso (Gran Medaglia d’oro, Medaglia d’oro e Medaglia d’Argento). Insieme a questi, una selezione di vini mondiali premiati di Francia, Spagna, Portogallo, Serbia, Argentina, Cile, SudAfrica, Cina ed altre nazioni.
Nella scorsa edizione che si è svolta ad Aigle in Svizzera, la Sicilia ha visto premiati ben 60 vini (2 Gran Medaglie d’Oro, 23 Medaglie d’Oro e 35 Medaglie d’argento), ed è stata preceduta dalla Puglia con 70 e dal Veneto con 66. La Toscana con 50, subito dietro.
A Palermo, ovviamente non potevano essere assaggiati tutti e 60 i “medagliati”. Ci si è limitati a una quindicina e molti hanno davvero stupito. Questi i vini proposti a una sala gremita di sommelier e aspiranti sommelier, giornalisti, produttori, distributori ed enotecai: tra i bianchi il Milazzo selezione di Famiglia Chardonnay 2008, Baglio Bonsignore “OI” Grillo 2018, Di Legami “Berlinghieri” Grillo 2018, Casa Grazia “Zahara” Grillo 2018, Tenute Gorghi Tondi “Kheirè” Grillo 2018, Cva Canicattì “Aquilae” Grillo 2018, Magaddino “Grillo” 2018, Feudo Disisa “Lu Bancu” Catarratto 2018, Fina “Taif” Zibibbo 2018; tra i rossi Tenute Orestiadi “Frappato” 2017, Vaccaro “Sofè” Nero d’Avola 2017, il Cutaja Riserva 2016 di Caruso&Minini, Cva Canicattì Nero d’Avola 2016, Palmeri Blu 2014, Milazzo “Duca di Montalbo” 2011.
Tra i premiati non c’era solo i soliti noti, ma anche prodotti di piccole e giovani cantine che si sono affacciate da poco alla produzione di vini in bottiglia.Del resto le degustazioni alla cieca e la selezione dei giudici quanto più possibile “centrati” sull’apprezzamento di ogni singolo campione, rende giustizia ai prodotti magari non molto noti, ma dalle pregevoli caratteristiche.
È così che una medaglia ottenuta al Concours Mondial de Bruxelles, se ben comunicata al consumatore, si traduce per quest’ultimo in garanzia d’ineccepibile qualità. Una qualità che non tiene conto del prezzo e che viene successivamente verificata per stanare gli eventuali furbetti dei concorsi. Quelli, per intenderci, che alle competizioni mandano campioni diversi da quelli che poi mettono in bottiglia per la vendita al consumo.