Broccoli in tegame conditi con mikan-ponzu e limone siciliano, acciughe marinate con pesto di lime, calamari con mikan-ponzu e calamari con olio extravergine d’oliva siciliano e sansho rosso (pepe giapponese, aromatico e profumato), tonno sott’olio all’italo-giapponese con funghi, ume shu (liquore di prugne) e sansho rosso, caciocavallo con marmellata di sansho, mandarini con sciroppo di ume shu. Ma anche insalate verdi condite con olio extravergine e succo di agrumi di Wakayama, salsa di soia scaldata e aceto di riso, chanpazu e succo di jabara. Il tutto accompagnato da succo di mikan, sakè, liquore di ume shu e gin kozue.
Un mix perfetto quello tra Sicilia e Giappone che oggi, a Palermo, nella sede di Sicindustria, ha visto una delegazione di sei produttori di prodotti agroalimentari della prefettura di Wakayama, nella regione di Kansai, sull’isola di Honshū, preparare e far degustare agli imprenditori dell’Isola dei piatti tipici siciliani creati e realizzati utilizzando ingredienti base della cucina tradizionale giapponese.
Un appuntamento che si inserisce nell’ambito della missione incoming Wakayama to Sicily, organizzata da Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network, in collaborazione con l’Eu-Japan Centre (Een Japan) e con l’assessorato regionale all’Agricoltura.
«Con una produzione interna che soddisfa solo il 40% del fabbisogno nazionale – ha spiegato Nino Salerno, delegato di Sicindustria per l’internazionalizzazione – il Giappone è il più grande importatore di prodotti agroalimentari del mondo. Il food siciliano è particolarmente apprezzato dai consumatori locali, anche grazie all’alta considerazione dei giapponesi nei confronti della cultura e dello stile di vita italiano».
I sei produttori, guidati dalla giornalista e scrittrice Ikuko Kaitani e con il supporto di Natalia Ravidà, produttrice a Menfi dell’olio di oliva Ravidà, apprezzatissimo in Giappone, hanno spiegato le varie tecniche colturali specifiche del territorio; tecniche che vengono tramandate da generazioni e da cui nasce l’eccellenza della produzione del Sol Levante.
«Obiettivo di questa missione – ha aggiunto Salerno – è quello di creare connessioni tra imprese giapponesi e siciliane del settore agroalimentare. Ancora una volta stiamo dimostrando l’importanza del rapporto diretto con i mercati di riferimento. Vendere prodotti alimentari in Giappone presenta diverse complessità: occorre seguire regole precise e superare controlli molto rigidi. L’Unione europea, d’altra parte, sta incoraggiando molto l’export verso il Sol Levante, grazie anche al recente accordo di libero scambio denominato Epa, European Partnership Agreement».
Al workshop ha partecipato anche Hitoshi Koyano, esperto dell’Eu-Japan Centre, che ha risposto a quesiti relativi alle relazioni commerciali con il Giappone.