Pasta coi ricci? No grazie! Così dobbiamo rispondere qualora ce la propongano al ristorante che ha appena riaperto dopo il faticoso lockdown da Covid-19.
Ma tranquilli, l’attesa durerà solo due mesi: maggio e giugno, periodo in cui gli spinosi animaletti del mare si riproducono e per questo motivo ne è vietata la pesca, la vendita e il consumo. La Capitaneria di Porto ricorda che “permane il divieto assoluto di cattura di ricci di mare nei mesi di maggio e giugno. La violazione è punita con una sanzione che va da 1.000 a 6.000 euro”.
In questo periodo i sequestri aumentano. Ma il danno che si fa in natura, prelevandoli indiscriminatamente – fa presente in una nota il Wwf della Sicilia occidentale – non è ripagabile con una semplice sanzione.
Il riccio di mare (Paracentrotus lividus), infatti, è un attivo brucatore e riveste un importante ruolo ecologico nel delicato equilibrio dell’ambiente marino: una diminuzione della popolazione di questi echinodermi può portare a una proliferazione delle alghe, così come una loro sovrappopolazione può portare a fondali poveri di vegetazione (barren sites), con conseguente scomparsa di biodiversità. Prelevarli quindi si tratta di un vero e proprio “crimine di natura”.
Rotondi e pieni di spine a proteggerli, ma dal gusto intenso, i ricci di mare sono una specie marina invertebrata appartenente alla classe degli Echinoidei che vive nel Mediterraneo.
Tra i ricci di mare, la specie più diffusa è il Paracentrotus Lividus, di una tonalità che sfuma dal violetto sino al bruno, chiamato anche riccio “femmina” per via dell’erronea convinzione che si tratti del genere femminile del riccio nero (Arbacia lixula) appartenente però ad un’altra famiglia di Echinodermi, gli Arbacidae, privi di uova. Le parti commestibili di questi animali sono le gonadi, in cui sono racchiuse le uova, che vanno in genere dal colore giallo ocra sino al vermiglio, disposte a forma di stella e prodotte in quantità variabili in base alla stagione.
I ricci vivono sino a 30 metri di profondità e in genere popolano i fondali rocciosi o le praterie costituite da posidonie, piante di cui si nutrono e che utilizzano spesso come riparo dai predatori. Fanno parte della stessa famiglia delle stelle marine di cui spesso sono vittime: queste, infatti, coi loro tentacoli prensili non temono gli aculei.
Il riccio è un animale particolarmente prolifico ed essendo principalmente sedentario catturarlo è davvero molto semplice. La pesca sportiva dei ricci di mare può essere praticata soltanto in apnea, con l’ausilio di coltello e guanti. È assolutamente vietato il prelievo di più di 50 ricci per ciascun pescatore ed è vietato il prelievo dell’animale durante i mesi di maggio e giugno proprio per dare la possibilità all’animale di riprodursi sotto costa. Inoltre non si possono prelevare ricci di una misura inferiore a 7 cm di diametro. Per la pesca professionale il limite massimo per pescatore è di 1000 esemplari. E proprio per evitare un prelievo sconsiderato da parte dell’uomo è stata adottata una regolamentazione di pesca molto rigida.
Ll periodo migliore per gustare i ricci è quello invernale, o come dice la tradizione popolare nei mesi con la “r”, ossia fra febbraio e aprile.
Le uova dei ricci di mare hanno un apporto calorico ridotto, che si attesta intorno alle 110 calorie ogni 100 grammi di prodotto, con un ottimo quantitativo di acidi grassi essenziali, di proteine ad alto valore biologico, oltre a una considerevole quantità di ferro e fosforo, il primo utile per combattere l’anemia, il secondo essenziale per la salute del sistema nervoso. Si tratta altresì di uno degli alimenti col maggior contenuto di iodio e la sua assunzione regolare previene il rischio di ipotiroidismo.
Nell’attesa di poterli riacquistare e consumare, vi ricordiamo come si prepara la facilissima e saporitissima pasta coi ricci.
Spaghetti ai ricci di mare
Ingredienti per 4 persone
- 320 gr di spaghetti
- 100 gr di ricci di mare
- 2 spicchi di aglio
- 3 cucchiai di olio di oliva extravergine
- 1 ciuffo di prezzemolo
- sale, pepe e peperoncini q.b.
Con un cucchiaino recuperate le uova e raccoglietele in un bicchiere. Riducete l’aglio in poltiglia: potete usare il mortaio o, se lo avete, il trita-aglio unendo un filo d’olio. Intiepidite l’olio rimasto in un pentolino, a fiamma spenta unitevi la cremina di aglio, mescolate, e aggiungete i ricci con il prezzemolo tritato.
A questo punto passate alla cotture degli spaghetti in abbondante acqua salata. Scolateli al dente e conditeli con il sughetto ai ricci di mare.