Tra gli ultimi appuntamenti on-line inseriti nella programmazione di Terra Madre Salone del Gusto, la Comunità delle Botteghe, il prossimo 28 aprile alle 19, ospiterà l’azienda agricola “Verdi Colline” che nel 2018 ha promosso la salvaguardia della “cucuzza virmiciddara”. Il prodotto, inserito nell’Arca del Gusto di Slow Food, dal 2018 fa parte anche dell’Atlante dei Pat, i prodotti agroalimentari tradizionali, che è custodito e aggiornato a cura del Ministero delle Politiche Agricole. Durante l’incontro on-line sarà illustrata la realtà di Monreale, con le sue caratteristiche agricole e culturali, considerate risorse per “viaggiatori” e non per semplici turisti. Inoltre verrà raccontato l’uso della zucca in cucina.
Ospiti dell’incontro saranno Alessandro e Dario Autovino, titolari dell’azienda “Verdi Colline”, Amelia Crisantino,presidente della Pro loco di Monreale e la tour operator Alessandra Valdesi. Modera Teresa Armetta, portavoce Comunità delle Botteghe. L’evento organizzato dalla Comunità Slow Food delle Botteghe, la Pro Loco Monreale, l’azienda agricola “Verdi Colline”, Terra e Culture viaggi, è gratuito; per partecipare basta collegarsi a questo link: https://streamyard.com/kn32fndisw.
Le zucche virmiciddare sono piccole e dalla forma ovoidale e possono raggiungere il peso di 3-4 kg. La buccia è verde scuro, ma presenta diverse macchie bianche ovali disposte su striature orizzontali che conferiscono un aspetto caratteristico. L’interno è bianco e non presenta cavità. Il sapore risulta dolce e delicato e questo dona una notevole versatilità in ambito culinario, prestandosi sia per usi di gastronomia che di pasticceria.
Ma perché si chiamano “vemiciddare”? Il termine “cucuzza virmiciddara” nel 1838 venne inserito nel “nuovo dizionario siciliano-italiano” e venne così definito: “…varietà molto simile nello esterno ai poponi, ma un poco allungata, ed ovale, se non che ha la corteccia marmorizzata, è molto buona a mangiare, ed è così detta dallo sciogliersi la sua polpa, quando è cotta, in tanti fili simili ai vermicelli“. Un tipo simile di zucca con origini sudamericana viene coltivata e consumata in Messico e nella vicina California. Lì la chiamano “spaghetti squash” proprio per l’aspetto che la polpa assume dopo la cottura.
L’origine della zucca virmiciddara è ignota, ma la sua diffusione è da attribuirsi alle monache benedettine del Convento di San Castrense di Monreale che ne facevano uso già dal tardo XV secolo. Presto la coltivazione si estese alle campagne circostanti dell’arcidiocesi, diventando quindi un elemento caratteristico delle campagne di Monreale e Altofonte. Le monache benedettine avevano sviluppato una versione delle paste monacali a base di zucca. Tali paste, dette anche biscotti oblunghi, richiamavano la forma della zucca e simbolicamente il ventre materno della Madonna. La zucca veniva utilizzata come ripieno fondamentale della pasta (confettura) e come decorazione finale (frutta candita).
Le zucche più tenere vengono usate per le ricette comuni a base di zucca: fritte, a cotoletta, con la pasta, a “tutto dentro”, a “sfincionello” e così via mentre le zucche più dure si prestano anche alla trasformazione in confettura che nel monrealese viene chiamata “zuccata” o “cucuzzata” o trasformate in zucche candite.