Entusiasmo e solidità delle radici. Lo chef Geraci: così ripartiamo al Modì

Riapre la terrazza con vista sulle Eolie di Modì. Per Giuseppe Geraci e Alessandra Quattrocchi, chef e responsabile di sala e sommelier di Modì a Torregrotta in provincia di Messina, la riapertura si nutre dell’entusiasmo di una nuova avventura, mantenendo la solidità dell’esperienza maturata negli anni passati. 

Lo chef Giuseppe Geraci (al centro) con il suo staff di cucina

Si ricomincia aprendo a cena dal lunedì al giovedì e nel fine settimana, dal venerdì alla domenica, pranzo e cena con nuovi i piatti in carta che lo chef Geraci ha messo a punto nelle scorse settimane e che rimandano, oggi più che mai, alla solidità delle radici «che sono quelle che ci hanno sostenuto soprattutto in questi ultimi periodi».

Proprio dalle radici è ripartito Giuseppe Geraci nel pensare “Omaggio a Don Minico“, un antipasto che è insieme un ricordo legato all’adolescenza dello chef e un tributo a Domenico Mazza, un personaggio che per tutti i messinesi è quasi un mito. «Don Minico è colui che ha inventato una sorta di panineria ante litteram – racconta Giuseppe Geraci – e che con la sua pagnotta alla disgraziata ha nutrito intere generazioni. Io ci andavo con mio papà da ragazzino, quando sui Colli San Rizzo a Messina passava il rally della città. Don Minico è scomparso nel 2015; quest’anno si celebrano i cento anni dalla sua nascita e mi è sembrato naturale creare un piatto a lui ispirato». 

Prendendo dunque spunto dalla celebre pagnotta alla disgraziata – ovvero pane di casa farcito con melanzane, carciofini sott’olio e pomodori secchi, olive, formaggio, salame e abbondante peperoncino – lo chef Geraci ha creato un pane airbag farcito con pomodoro, melanzana, zucchina e cipolla confit, capperi, peperoncino e spuma di primosale. «Ci sono grandi storie da raccontare che appartengono al nostro territorio – dice Geraci – e io cerco di farlo con i miei piatti, attraverso la mia cucina».

Approfittando dei mesi di chiusura, inoltre, con la collaborazione di tutto lo staff, è nato un piccolo orto di erbe aromatiche al servizio del ristorante «che – conclude lo chef – ci permette di avere erbette sempre fresche delle quali facciamo grande uso per i nostri piatti».  

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