La semplicità dei piatti della tradizione che trova la massima espressione con l’uso dei prodotti locali è il fil rouge che ha caratterizzato la cena che si è tenuta lo scorso 15 settembre presso l’agriturismo “il Vecchio Carro” di Caronia alle pendici dei Nebrodi. Qui Giuseppe Oriti, allevatore di suino nero dei Nebrodi, e la moglie chef Eliana Carroccetto hanno ospitato gli chef e i titolari di altre tre trattorie che, come Il Vecchio Carro, negli anni scorsi sono state premiate con il riconoscimento di “Miglior trattoria” nell’ambito della manifestazione “Best in Sicily” organizzata dal giornale online Cronache di Gusto.
Quella che si è tenuta al Vecchio Carro è la seconda di una serie di quattro cene itineranti che vede coinvolte altrettante strutture (sempre le stesse) che propongono a un pubblico sempre diverso le medesime preparazioni che spesso rappresentano il loro “pezzo forte”.
Nella cucina de il Vecchio Carro, con Eliana Carroccetta a fare gli onori di casa, si sono alternati Andrea Alì del Ristorante Andrea Sapori Montani di Palazzolo Acreide con il collega dell’associazione Vicoli e Sapori Max Iacono; Marco Garitta chef della Trattoria Corona di Palermo, in trasferta sui Nebrodi con il proprietario della trattoria Orazio Corona; Lina Castorina della trattoria Quattro Archi di Milo con l’oste Saro Grasso che da sempre valorizzano i piatti della tradizione culinaria etnea e in particolare i presidi slow food del territorio, come il cavolo trunzu di Aci, un cavolo rapa che vene coltivato nel catanese e in particolare ad Acireale. In sala a fare gli onori di casa il patron Giuseppe (per gli amici Pippo) Oriti.
La cena ha preso il via con la degustazione dell’Olio Zaituna “della Maestra Tina” prodotto dall’azienda agricola La Pira, alla presenza dei titolari Giuseppe e Corrado La Pira. Si tratta di una varietà di olive molto antica che si coltiva sulle colline che si affacciano sul golfo di Siracusa e che sviluppa nell’olio extravergine di oliva, note di carciofo e un retrogusto di mandorla amara.
Andrea Alì ha dato il via alla serata proponendo la “nfigghiulata” ripiena di cacio fresco e nepitella, un piatto tipico del territorio ibleo, e un flan di ricotta servito su una passata di pera Gentile di sua produzione e gin.
I “4 archi” di Milo hanno valorizzato il presidio slow food cucinando l’ottima pasta fresca cu trunzu di Aci.
A seguire la Trattoria Corona ha reso omaggio alla città di Palermo facendo gustare ai commensali la “margherita c’anciova”, un formato di pasta tipico del palermitano condito con il sugo di acciughe alla palermitana, uva passa, pinoli e muddica atturrata.
I padroni di casa, Eliana e Giuseppe Oriti hanno reso protagonisti i Nebrodi con un secondo particolarmente gustoso. Le carni tenere e dolci del suino nero allevato da Giuseppe Oriti hanno incontrato i primi porcini che anticipano l’autunno e le nocciole dei Nebrodi. Per la ricetta sono state selezionate le costolette più tenere e il pregiato filetto.
La millefoglie con crema pasticcera e frutti di bosco di Lina Castorina e il semifreddo alle mandorle con biscottino alla nocciola dei Nebrodi di Eliana Carroccetto hanno concluso in bellezza il percorso degustazione.
Il tutto è stato accompagnato dai vini della cantina Funaro di Santa Ninfa, in provincia di Trapani. A scegliere quale delle 25 etichette disponibili in cantina è stato Giacomo Funaro che insieme ai fratelli porta avanti l’azienda di famiglia. Cinque le etichette in degustazione: il Nero d Avola rosato 2020, un vino leggero e gradevole con sentori di rose e frutti rossi che ha accompagnato l’antipasto; a seguire lo Zibibbo macerato non filtrato 2020 e il Mondura catarratto 2020, vitigno principe del trapanese; Pinzeri grillo 2020 ha accompagnato bene e contrastato il sapore deciso della pasta con le anciove; Omnis Nero d’Avola 2018 ha tenuto testa al maialino nero dei Nebrodi e per finire il Passito di Zibibbo 2020 ha accompagnato i dessert.