Riflettori accesi su Sambuca di Sicilia, borgo tra i più belli d’Italia, che quest’anno è stata scelta come sede ospitante del 21° Concorso Enologico Internazionale “Città del vino”.
Ad organizzare la manifestazione, tra le più importanti del settore vitivinicolo, è l’associazione “Città del vino”. Hanno partecipato 1400 etichette enologiche in rappresentanza di tutti le regioni di Italia e di paesi esteri quali Brasile, Moldavia, Corea e Portogallo.
La premiazione della 21° edizione del concorso Città del Vino si svolgerà il 7 luglio prossimo.
L’associazione “Città del vino” è nata nel 1986 in risposta allo scandalo del metanolo che aveva travolto il mondo del vino italiano. In quell’occasione alcuni sindaci si riunirono all’enoteca nazionale di Siena e diedero vita al sodalizio.
Degustazioni abbinate alla visita di luoghi incantevoli, questo il filo conduttore del concorso che vuole promuovere e valorizzare il legame tra vino e territorio a conferma di un binomio che oggi è alla base del successo delle enoturismo, un settore in crescita e che secondo le stime quest’anno interesserà ben oltre dieci milioni di vacanzieri.
Per monitorare l’andamento di questo specifico segmento, l’associazione Città del Vino ha attivato un osservatorio sul turismo del vino. «Da quasi vent’anni noi monitoriamo l’enoturismo in Italia – afferma il presidente Angelo Radica – attraverso interviste agli imprenditori e ai sindaci dei comuni cerchiamo di capire cosa manca al nostro sistema per sviluppare l’enoturismo e come si approcciano i sindaci e gli imprenditori a questo settore in costante sviluppo».
Oggi l’enoturismo è il settore che cresce di più perché consente di associare al viaggio di piacere anche una vera e propria esperienza. Il cosiddetto turismo esperienziale si declina nella visite alle cantine, nello storytelling dei produttori, nella scoperta di come viene prodotto un vino dalla raccolta dell’uva alla vinificazione all’invecchiamento. «A luglio – anticipa il presidente di Città del Vino – presenteremo a Roma il 19° Rapporto dell’Osservatorio da cui emerge che per fare accoglienza in modo professionale, c’è bisogno di molta formazione specifica per i titolari delle strutture e per il loro personale».
«Poi – continua Radica – è necessario un grande progetto per le infrastrutture viarie: molte cantine, infatti, sono difficilmente raggiungibili. Altro elemento importante è la connettività, perché oggi il turista prenota, raggiunge la cantina e già da lì deve potere fornire un feedback con lo smartphone. Abbiamo altri nuovi progetti che stiamo valutando tra cui uno importante sulla realtà aumentata che consente di avere immediatamente informazioni su un vino semplicemente inquadrando l’etichetta».