Stazione Lago, pizza a due passi dalla diga di Piana degli Albanesi

Si chiama “Stazione Lago” l’ultima avventura di Saverio e Vittorio Borgia. Questa volta hanno ascoltato il richiamo del cuore ed ha investito in una struttura che si trova in riva al lago di Piana degli Albanesi. Luogo scelto per il rispetto delle proprie radici (la sua famiglia ha origini arbëreshë) e per assecondare il richiamo della tradizione. 

Non è però il centro della cittadina a una ventina di chilometri di Palermo ad ospitare la nuova struttura capace di centocinquanta coperti (tra interno ed esterno).

Per la pizzeria e braceria di moderna concezione Saverio Borgia con il fratello Vittorio hanno scelto una stazione ferroviaria in disuso o meglio la stazione di una linea ferrata che non ha mai funzionato. La stazione si chiamava Kumeta, come il massiccio roccioso che sovrasta Piana degli Albanesi e da cui è stato estratto il marmo rosso (rosso kumeta, appunto) delle colonne del Palazzo Montecitorio, sede del Parlamento nazionale a Roma. Oggi la struttura ferroviaria già recuperata dal Comune di Piana degli Albanesi e successivamente venduta ai Borgia, dopo qualche tentativo di affidamento su bando non andato a buon fine, ha assunto un altro nome: “Stazione Lago”. E si trova a qualche decina di metri dallo specchio dell’invaso artificiale (il piú antico della Sicilia) ottenuto dallo sbarramento del ramo destro del fiume Belìce e che proprio quest’anno ha festeggiato il centenario.

Stazione Lago vista dal drone

Stazione Lago (ex Kumeta) è una delle stazioni ferroviarie di una linea ferrata (Palermo Lolli – Camporeale – Salaparuta) la cui costruzione iniziò intorno agli anni ’20 dello scorso secolo, ma che rimase incompiuta perchè l’armamento destinato a questa linea fu inviato in Africa. Avrebbe dovuto collegare Palermo, Baida, Monreale, Fiumelato, Altofonte, Cozzo Vaccheria, S. Cristina Gela, Piana degli Albanesi, Kumeta (lago), Kaggio, Montaperto, Cerasa, S.Cipirello, Balletto, Camporeale. Una sorta di scartamento ridotto simile alla circumentenea, insomma.

La struttura di Piana degli Albanesi si aggiunge ad altre quattro strutture, due a Milano (Bioesserí Brera e Porta Nuova Porta) e due a Palermo (Bioesserí e Molo S.Erasmo). Ma non sarà l’ultima. I Borgia hanno, infatti, già in programma la terza apertura a Milano.

Stazione Lago
Saverio Borgia

Ma torniamo a Stazione Lago. Il forno è stato affidato a Giuseppe Sgroi, 46enne palermitano con esperienze anche all’estero. Si occupa dell’impasto realizzato con un mix di farine bio macinate a pietra (tipo “0”, tipo “1” e grano tenero integrale) e arricchito da un pre-fermento di biga che garantisce una migliore digeribilità e un prodotto di assoluta qualità. Sgroi ha studiato un menu in cui si incontrano tradizione, innovazione ed eccellenza delle materie prime. Rigorosa la selezione degli ingredienti: locali e in linea con il ciclo delle stagioni.

Nessuna fuga in avanti sugli antipasti. La tradizione qui è stata solo ritoccata con qualche dettaglio che rende più appetitoso la base dello street food palermitano (panelle, arancinette, crocchè e tanto altro ancora).

L’offerta delle pizze è ampia (vedi menu). Oltre alle classiche che non possono mancare, altre portano i nomi delle stazioni della linea ferroviaria mai entrata in funzione: Palermo Lolli, Uditore, Baida, Monreale, Fiumelato, Altofonte, Cozzo Vaccheria, Santa Cristina Gela, Piana degli Albanesi, Kumeta (Lago), Masseria Kaggio, Masseria Cerasa, San Cipirello, Balletto.

Impossibile provarle tutte. Però di qualcuna possiamo inserire le foto e fornirvi una breve descrizione. Ecco i nostri assaggi. Abbiamo cominciato con Masseria Kaggio: una pizza tradizionale condita con pomodoro San Marzano Dop, crema di basilico, mozzarella di bufala, acciughe di Aspra, pomodori secchi e tuma persa.

A seguire una delicata Baida condita con una base di crema di zucchine, mozzarella fior di latte, guanciale, chips di zucchine e pecorino siciliano.

Poi una “quattro formaggi” realizzata solo con prodotti siciliani ovvero tuma persa, Ragusano Dop, provola delle Madonie, Piacentino ennese Dop. Un tocco raffinato qualche goccia di miele in uscita.

L’ultima proposta è quella che nel menu è indicata come “Pizza special della settimana”.

Nella nostra il pizzaiolo ha inserito fichi, noci, datterino giallo e rosso e zucchine.

Alla fine, la proposta che a Piana degli Albanesi non puoi permetterti di rifiutare (pena l’offesa a vita del tuo ospite): il classico cannolo con la crema di ricotta (formato gigante) che da sempre è il simbolo gastronomico della cittadina arbëreshë tanto da essere stato inserito nell’atlante nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat).

Previous ArticleNext Article

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *