Le fave sono coltivate in Sicilia fin da tempi antichissimi. Come tutti i legumi, si possono consumare sia fresche che essiccate ma, a differenza delle altre leguminose, il loro vantaggio è quello di poter essere mangiate anche crude, tal quali (quelle molto tenere anche con il baccello) o semplicemente condite come un’insalata, o ancora consumate insieme ad altri prodotti quali salumi e formaggi (un accostamento tipico è quello con il pecorino).
Le fave sono legumi dalle notevoli proprietà: prive di colesterolo e di glutine, contengono amminoacidi, vitamine (soprattutto la vitamina C e quelle del gruppo B) e minerali (in particolare ferro, calcio e potassio) e forniscono un elevatissimo apporto di fibre.
In passato erano definite “carne dei poveri” per il loro alto valore proteico, ma allo stesso tempo hanno un contenuto apporto calorico essendo costituite per circa l’80% d’acqua (ma si tenga a mente che quelle essiccate, essendo appunto prive d’acqua, hanno un contenuto calorico assai più elevato). Sono dunque adatte a tutti i soggetti (eccetto per chi soffre di favismo) e la loro versatilità le rende adatte ad ogni tipo di preparazione.
Qui di seguito vi proponiamo un semplice e tipico piatto siciliano, appartenente alla tradizione contadina, le fave a cunigghiu, da preparare preferibilmente con le fave secche (se si vogliono usare quelle fresche per questa ricetta sono preferibili quelle meno tenere e più grandi, che si trovano più facilmente a fine stagione).
Fave a cunigghiu
Ingredienti
- 1 kg di fave secche non decorticate
- 3-4 spicchi d’aglio in camicia
- olio extravergine d’oliva
- sale, pepe e origano q.b.
Lasciate le fave in ammollo in acqua fredda per una notte. Scolatele e lessatele in abbondante acqua salata insieme all’aglio. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa due ore o comunque finché le fave non risulteranno tenere. Dopodiché scolate, conservando un poco di acqua di cottura, e passatele in padella con olio, sale, pepe e una manciata d’origano.
A questo punto va detto il modo in cui si mangiano: vanno prese tra il pollice e l’indice e con i denti si deve fare una piccola incisione sulla buccia e far fuoriuscire la fava. Ecco spiegato il nome della ricetta, poiché il modo in cui vanno mangiate queste fave ricorda proprio quello dei conigli.