(di Paola Roccoli ) Il giorno dedicato a San Giuseppe è sicuramente una festività molto sentita in tutta la Sicilia. I comuni che lo festeggiano sono innumerevoli e per ognuno c’è l’usanza di donare particolari dolci rituali.
La tradizione affonda le sue origini nel culto di Demetra e tale ricorrenza in età pagana, si dedicava al Dio del raccolto. Solo nel 1400 la celebrazione del 19 Marzo, viene istituita da Papa Sisto IV e gli viene dedicata quella giornata. La tradizione vuole ancor oggi fare dono al Santo delle tavolate di San Giuseppe, in molti paesi della Sicilia le famiglie usano invitare a pranzo per voto, tredici ragazzini i “virginietri”, alcuni rappresentano allegoricamente la Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino, la tavola viene imbandita di cibi particolari e il dolce che predomina è la Pasta tennera.
A Santa Cristina Gela, nelle tavolate di San Gìuseppe vengono offerte sfinci con ricotta, cannoli di grandi dimensioni e la velata, pani ricoperti di bianca glassa che rappresentano i simboli del Santo. Il Buka, che in arbereshe vuol dire pani di San Giuseppe, vengono esposti negli altari di Contessa Entellina. Nei Nebrodi vengono preparate le Stelle e le frittelle di San Giuseppe, spolverate di cannella e zucchero. Le sfinci ammiliati cioè con il miele, insieme ai bastoncini di San Giuseppe e ai ravioli di ricotta, si preparano a Centirupe. Nel pranzo Sacro di Acate, dedicato al Patriarca, sono preparati i biscotti Perugini, fatti con tanta frutta candita. A Nicolosi è usanza venderla all’asta la Cuddura cu l’ova, un pane dalla forma intrecciata con uovo sodo a guarnire. La statua di San Giuseppe attraversa le vie del paese e gli abitanti offrono doni al Santo. A San Pietro Clarenza durante la processione di San Giuseppe, vengono vendute all’aste le crespelle di riso. Invece a Catania ritroviamo un’invenzione dei frati Benedettini lo sfingiuni, una sorta di crespella, la stessa specialità si prepara a Siracusa, ma assume il nome di crispeddi di San Giuseppe. Le rinomate sfinge di San Giuseppe di Palermo, ricolme di ricotta e con la scorza di arancia, una volta venivano preparate dalle suore dei tanti monasteri della città.
Una bellissima tradizione si ritrova a Buscemi, in onore del Santo viene preparato il dolce cruni i spini, una sfoglia intrecciata a forma di corona, che viene disposta su un vassoio adornato di fresie e di fiori di campo.
L’antica confraternita di San Giuseppe a Enna, prepara la tavolata insieme a parenti e amici, e in bella mostra troviamo la varba di San Giuseppe, un dolce rappresentante la barba del Santo; e i capelli d’Angelo una specialità di pasta colma di miele e pangrattato. Nelle tavole di Valguarnera, viene offerta la pasta cu meli, insieme vengono offerti dolci tipici e pani rituali, che rappresentano gli attrezzi di lavoro del Santo falegname.
Un’ altro paese in cui la festa è molto sentita è Ribera in provincia di Agrigento, per tale occasione viene allestita la straula, un caratteristico carro trainato da un cavallo, su cui viene costruito una torre di legno, alta circa dieci metri, decorata di rami di alloro e di varie forme di pane, cudduri o purciddate, al centro si trova un quadro rappresentante San Giuseppe. La straula sfilerà per le vie del paese insieme ai devoti, alla banda musicale e ad uomini a cavallo. Nelle case per voto, vengono allestiti gli altari, addobbati di tovaglie impreziosite da merletti e ricami, fiori e frutti ornano il tutto, insieme ai pani rituali. I dolci che saranno offerti sono la mpignulata cu lu meli, le sfinci, la tipica torta froscia, e torte e biscotti a base delle tanto rinomate fragoline e arancia di Ribera. Usanza antica, dove viene allestito l’altare, un uomo rappresentate San Giuseppe, davanti la porta di casa, batte tre colpi con il bastone, e sarà la padrona di casa a concedere il permesso di poter entrare a degustare le pietanze della tavola di San Giuseppe.
A Salemi la festa dura una settimana, ma alle 12 del 19 Marzo, durante il rito dell’Invito dei Santi tutti i pani vengono offerti dopo la benedizione, a tutti i fedeli insieme ai centouno pietanze tra cui risaltano i dolci tipici della tradizione siciliana, tra cui la Pasta cu la muddica, ricca di zucchero, cioccolato e cannella.
Unici sono gli altari di Salaparuta e Poggioreale. È usanza che dopo aver fatto una promessa in cambio di una grazia, vengono allestiti altari in casa. Dove insieme ai cucciddati, grossi pani lavorati con intagli, vengono offerti gli squartucciati, dolci di pasta sfoglia con ripieno di fichi, a forma di di cuore, pavone, la palma, il giglio e il bastone del Santo. Davanti all’ altare si troverà una tavola piena di dolci della tradizione.
A Leni, San Giuseppe si festeggia il 1 di Maggio, per un ex voto del 1835 di una famiglia di armatori del luogo, che commerciava uva passa e malvasia, per grazia ricevuta dopo molte preghiere, ad essere scampata ad intemperie, naufragi, nello scambio commerciale tra le isole Eolie e Napoli. Le famiglie del luogo ogni anno, insieme ai bambini del luogo, offrono una tavola ricca di pietanze, tra cui tanti dolci, come le sfinci d’ova o finci di San Giuseppe e durci a casa, tipici dolci delle isole eoliane.
San Giuseppe è anche patrono di Santa Croce di Camerina, dove la festa è molto sentita, e le cene di San Giuseppe sono ricche di tanti dolci. Risaltano i cicirieddi, palline di pasta fritta, disposte una sopra l’altra, in modo da formare una corona. Poi troviamo le pesce dolci, la mostarda, il torrone di mandorle e miele, la forma è di cuore. Tutto è impreziosito da pani che raffigurano la barba del Santo, bastoni fioriti e le iniziali del Santo, tutto adornato da festoni di edere, fresie e bellissimi cesti di primizie di frutta. Ad onorare un Santo molto amato dal popolo.
Stelle di San Giuseppe
Ingredienti
200 gr di farina bianca
2 uova
1/4 lt di latte
1 pizzico di sale
zucchero q.b.
Sbattete le uova con una parte dello zucchero, aggiungete il latte, la farina e un pizzico di sale, lavorate fino ad ottenere una pastella che sia consistente. In un tegame mettete abbondante olio e appena vedete che bolle, immergete uno stampo a forma di stella nel composto, friggete le frittelle rigirandole per permettere la doratura uniforme. Spolverizzate con zucchero a velo.