(di Redazione) Il governo regionale ha deciso di impugnare il recente decreto del Mipaaf sulla distribuzione delle nuove quote tonno assegnate all’Italia dalla Ue.
«La ripartizione delle quote di pesca del tonno rosso effettuata dal governo nazionale penalizza, ancora una volta, la Sicilia», ha dichiarato il presidente della Regione, Nello Musumeci. «Abbiamo deciso di fare ricorso contro il decreto ministeriale – ha continuato – perché non è stata tenuta in considerazione la nostra richiesta di una più equa divisione tra i vari sistemi di pesca che salvaguardasse le imprese artigianali e tradizionali. Si è deciso, insomma, di continuare a premiare pochi, a discapito di molti».
Su indicazione dell’Unione europea, le quote italiane sono state aumentate di seicento tonnellate, passando da 3.294 a 3.894, con un aumento del venti per cento. La Sicilia aveva chiesto che fossero distribuite principalmente a chi pesca il tonno con il sistema del “palangaro”, quindi alle tonnare fisse e alle cosiddette “quote accidentali”. Oggi, invece, circa tre quarti delle quote appartengono al sistema a “circuizione” praticato soprattutto in Campania.
«Il tonno rosso – aggiunge l’assessore alla Pesca, Edy Bandiera – ha un valore commerciale elevatissimo e anche pochi esemplari catturati, per una famiglia di pescatori, rappresentano una possibilità di reddito e occupazione. Abbiamo più volte sottolineato la necessità di incrementare la quota fra i diversi sistemi di pesca perché una situazione così sbilanciata comporta non soltanto una perdita di ricavo dalla vendita del tonno, ma un danno per l’intero indotto: dalla trasformazione ittica alla pescaturismo, dall’ittiturismo al terziario che, in linea con le indicazioni dell’Unione europea, puntano su diversificazione dell’attività e integrazione del reddito».
L’attuale distribuzione delle quote tonno assegna a una sola barca con il sistema della “circuizione” poco più di 460 tonnellate, quasi quanto spetta all’intero sistema del “palangaro” (circa 530 tonnellate), con l’aggravante che tale quota, distribuita fra tutte le imbarcazioni, rappresenta un quantitativo talmente irrisorio da impedire la stessa cattura del tonno.
«Chiediamo – conclude il presidente Musumeci – solo l’applicazione di un criterio equo, al pari di altre Regioni, che non continui a danneggiare sempre i pescatori siciliani».