(di Manuela Zanni) Chiunque arrivi per la prima volta a Tortorici, il piccolo comune in provincia di Messina, non può che sentirsi immerso in un tempo fuori dal tempo.
Per raggiungerlo basta uscire dall’autostrada A20 (Messina-Palermo) al casello di Rocca di Caprileone-Capo d’Orlando est e immergersi nella vallata del fiume Zappulla costeggiato da una strada che porta, dopo circa 30 minuti, al centro montano.
Diversi sono gli appellativi con cui viene definita Tortorici tra cui “Città della Nocciola” e “Città delle Campane”, meritatissimi se si pensa alla presenza di numerosi boschi ricchi di noccioleti sparsi in tutte le 72 borgate e alle campane che ancora oggi vengono forgiate a mano dagli artisti locali di cui esiste anche un museo visitabile.
In passato, la coltivazione dei noccioleti che si realizza in altre zone d’Italia come Lazio e Piemonte, costituiva un pilastro portante dell’economia locale agricola mentre oggi rappresenta un’eccezione di cui Tortorici è degna rappresentante, benché la coltura sia quasi in abbandono in gran parte dei Nebrodi.
La nocciola, dopo la mandorla, è il frutto che contiene più vitamina E ed è fonte di fitosteroli, una sostanza importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Inoltre, le nocciole contengono i cosidetti grassi “buoni”, i monoinsaturi, responsabili del l’abbassamento del livello del colesterolo Ldl e dei trigliceridi.
Anche nella cosmetica l’olio ricavato dalle nocciole è molto ricercato non a caso anticamente una ricetta di bellezza consigliava impacchi di olio di nocciole per ringiovanire la pelle. L’infuso di fiori e foglie essiccate, inoltre, ha funzione di regolare l’intestino e purificare il sistema vascolare.
Oggi in poche realtà italiane si continua a coltivare la nocciola, il resto viene importata da altre parti del mondo. In Sicilia questa antica produzione ancora resiste nelle vallate dei monti Nebrodi, all’interno dell’omonimo parco regionale che custodisce l’enorme biodiversità di questo territorio. Circa 12 mila ettari coltivati a noccioleti adornano come preziose collane i comuni di Tortorici, Castell’Umberto, Sinagra, Montalbano Elicona, Ucria, Raccuja, solo per citarne alcuni.
A Tortorici, così come negli altri comuni nebroidei, la raccolta delle nocciole, avviene ancora all’antica, a mano, dal basso verso l’alto, nei mesi di settembre ed ottobre ed è piuttosto faticosa poiché i noccioleti spesso sono posti su terreni molti ripidi e scivolosi il che rende la raccolta molto difficoltosa.
La gastronomia locale fa largo uso di nocciole non solo nei dolci, com’è facilmente intuibile, ma anche in primi piatti come le orecchiette con noccioline e garganelli con nocciole e zucchine e secondi come le scaloppine alle nocciole e la salsiccia con noccioline e peperoncino. Quanto alla pasticceria non c’è che l’imbarazzo della scelta dei dolci tipici a base di nocciole: dalla “pasta reale”, una pasta secca semplice di nocciole e zucchero, a torte, biscotti, paste secche fino ai “baci”.
Di seguito vi riportiamo la ricetta dei biscotti più classici di Tortorici,”i brutti ma buoni”, gentilmente fornitaci da Lidia Calà, proprietaria della pasticceria “Dolce Incontro” di Tortorici.
“Brutti ma buoni”
Ingredienti
150 gr nocciole tostate, spellate e tritate grossolanamente
130 gr zucchero
60 gr albumi (circa 3 uova)
Montate a neve ben ferma gli albumi con una presa di sale, aiutandovi con una frusta elettrica.Incorporate a poco a poco lo zucchero a velo e le nocciole tritate.
Nel frattempo riscaldate il forno a 160°C e foderate una placca con la carta da forno.
A questo punto cuocete il composto in una casseruola a fiamma moderata, mescolando, finchè comincerà a staccarsi dalle pareti. Toglietelo dal fuoco e fatelo intiepidire. Con un cucchiaio distribuite dei mucchietti di composto sulla teglia e cuocete in forno per 20 minuti. Fateli raffreddare prima di servirli. Ottimi accompagnati da un liquore dolce e denso come quello al caffè.