(di Redazione) Pietracava è pronta a festeggiare la nascita di Idria, lo Chardonnay in barrique. La nuova etichetta consolida l’attenzione dell’azienda vitivinicola di contrada Chiarchiaro in territorio di Butera, verso i vini monovarietali realizzati con vitigni internazionali. Si aggiunge, infatti, al Sauvignon Blanc “Neofos” e al Cabernet Sauvignon “Kalpis”, due etichette top di gamma dell’azienda nissena che non dimentica però i vitigni autoctoni, come il Nero d’Avola Manaar e il Grillo Pioggia di Luce.
Il nuovo nato Idria, il cui nome deriva dall’antico vaso di terracotta in cui anticamente si trasportava il vino e l’acqua, è figlio dello Chardonnay, il versatile vitigno proveniente dalla Borgogna, adatto anche a maturare e fermentare in legno. «L’idea nasce dalla volontà di creare un bianco di nicchia, in linea con il trend aziendale, che potesse invecchiare con eleganza», spiega Domenico Ortoleva, proprietario dell’azienda insieme alla sorella Mariella.
La cantina si trova adagiata sul versante sinistro della collina che lambisce il torrente Comunelli, in un contesto agricolo in cui le condizioni climatiche e morfologiche del terreno favoriscono un habitat ideale per i diversi vitigni. Oggi l’azienda dispone di circa 22 ettari di vigneti che circondano la cantina, ancora oggi in ampliamento. 35 mila bottiglie, di cui circa il 15 % destinate all’estero sono oggi la dotazione di questa azienda che da due generazioni ha puntato alla valorizzazione di un territorio e dei suoi vitigni, come il Nero d’Avola, l’Inzolia, il Grillo.
Idria Chardonnay Pietracava, inizia la propria fermentazione in vasche d’acciaio in cui viene posto il mosto, per poi essere trasferito nelle barrique di rovere francese dove continua la fermentazione a temperatura controllata e rimane in botte sulle fecce per otto mesi. Il risultato è un vino bianco piuttosto longevo, capace di conservare le sue proprietà organolettiche fino a 5-6 anni.
La vinificazione in botte ha regalato al vino il caratteristico colore giallo paglierino con riflessi dorati. Ancora più importante è il corredo aromatico lasciato dal legno. Al naso, infatti, si esprime con eleganti note di frutta a pasta gialla come pesca tabacchiera e tropicale come mango, ananas e papaya impreziosite da sentori speziati di vaniglia e fava tonka, fino ad aromi più complessi di legno, nocciole e mandorle tostate e caramello. In bocca regala un sorso ricco ed avvolgente con un finale morbido ed equilibrato ed una buona scia sapida che ne allunga il ricordo al palato, dove resterà più a lungo che nel bicchiere.