(di Redazione) Una cena a quattro mani per entrare in sintonia con il territorio e con i colleghi che operano a Taormina, nella più bella località turistica della Sicilia.
Lo chef palermitano Natale Giunta, nel ventaglio di attività in cui è super-impegnato, ha inserito anche l’NH Collection Hotel di Taormina, da incastrare tra le apparizioni in tv – una volta alla settimana alla Prova del Cuoco nella nuova versione condotta da Elisa Isoardi, dopo l’esperienza pluriennale con Antonella Clerici -, tra il ristorante gourmet e lo street food corner nel centro di Palermo e infine tra l’attività di catering che non vede momenti di stanca.
Ma Taormina è sempre una meta turistica che merita attenzione e dove si possono mettere in campo belle esperienze. Come quella fatta con Pietro d’Agostino, lo chef stellato de La Capinera, con cui lo chef originario di Termini Imerese, in provincia di Palermo, ha voluto condividere una serata speciale dedicata alla presentazione alla stampa del suo nuovo impegno all’NH Collection Hotel, il 5 stelle che per i propri ristoranti, Lu Souli e Zefiro, ha voluto puntare sulla cucina di uno chef la cui fama viaggia velocemente grazie anche al viatico televisivo.
Peccato che non fosse più la stagione adatta per cenare all’aperto e a lume di candela godendo dello splendido panorama che si si può ammirare dalla terrazza dell’NH Collection Hotel. Da lì, dove insiste il ristorante Zefìro in funzione solo durante i mesi estivi, durante la cena si sarebbe potuta apprezzare una vista mozzafiato: la suggestiva costa taorminese in cui due tratti di mare sono separati dal Monte Tauro. La sala dell’hotel 5 stelle tuttavia non sfigura. Arredamento moderno ed essenziale, per certi versi minimalista, ma allo stesso tempo elegante. E com’è di moda ormai da tempo nei paesi anglosassoni, una mise en place ai minimi termini: niente sul tavolo sta lì per caso, tutto è funzionale al godimento delle pietanze e delle bevande.
Per la cena firmata Giunta-D’Agostino tema centrale il mare che non è rimasto sullo sfondo, ma è stato ben presente nel piatto benché sempre affiancato da aromi di spezie e frutti esotici: lo zenzero, il cocco, lo zafferano. Ma anche da sapori forti e decisi della terra di Sicilia: i capperi, le olive, i pinoli.
L’estro di due grandi chef siciliani ha stuzzicato i sensi, a cominciare dalla vista. Poi ha sedotto l’olfatto, per finire sul palato dove i sapori si sono manifestati nella loro pienezza. Il tutto accompagnato da vini dell’Etna.
Al primo antipasto (“Stuzzichino” è stato definito nel menù) uscito dalla mani del padrone di casa, Natale Giunta, fatto di capesante scottata, salsa di cocco, lemongrass e zenzero croccante è stato abbinato lo spumante brut di Nerello mascalese. Bell’accoppiata, ma facile a rovinarsi in cucina se non si pone attenzione ai tempi di cottura e alla pulizia della piastra, quella scelta da Giunta per il suo antipasto: polpo arrosto su crema di panelle e polvere di capperi. Un antipasto che più siciliano di così forse non avrebbe potuto essere. A seguire, il più delicato ma non meno geniale antipasto di Pietro D’Agostino: gambero, pinoli e sesamo croccante.
Il primo piatto è stato preparato da Natale Giunta: non un risotto, ma chicchi di Carnaroli con scampi arancia candita, pane tostato e corallo di mare. Nel nome il segreto spiegato dallo chef palermitano: «Preferisco servire questo piatto con i chicchi ben separati che sembrano crudi, perché questo tipo di riso, benché molto buono e adatto per realizzare risotti, pure se servito all’onda, tende a presentarsi un po’ incollato».
Il dentice preparato da Pietro D’Agostino doveva aver perso la parola da poco. La qualità della materia prima è stata, pur nella semplicità del piatto, esaltata dal metodo di cottura: «Il trattamento a bassa temperatura – ha spiegato lo chef de La Capinera e di Kistè – ha il pregio di conservare sapori e consistenze del pesce appena pescato». Prima del dessert a base di ricotta frutta e cioccolato curato sempre da Pietro D’Agostino, è stata portata in tavola per ciascun commensale una cocotte. All’interno una abbondante cucchiaiata di una tartare di frutta e ortaggi su una composta di ficodindia: idea semplice ma non banale ed efficace per preparare il palato a un dessert a base di ricotta.
Maria Luisa Tumminello, la pastry chef che affianca Natale Giunta in tutte le sue avventure gastronomiche (anche lei ha partecipato a “la prova del cuoco”), è riuscita a “corrompere” i commensali che si erano ripromessi di porre fine alla cena con il dessert di Pietro D’Agostino. La sua fine pasticceria, piccola piccola da farci un solo boccone, ma curata nei dettagli e che ricorda le praline di cioccolato, ha preteso attenzione e l’ha avuta.