(di Redazione) Un anteprima del Festino a Palermo si farà il prossimo 11 luglio non con petardi, mortaretti e fuochi d’artificio ma a suon di “bombe”.
Niente polvere pirica, né dinamite ma solo gelato. Di quello all’antica, in forma di “pezzi duri” che resiste più a lungo alle temperature roventi dell’estate palermitana e si può più facilmente trasportare.
L’appuntamento con le bombe di gelato è alla pasticceria Da José (via Messina Marine, 267 a Palermo) per giovedì 11 luglio alle 21,30 in per un percorso degustazione che proietta verso un viaggio a ritroso nel tempo. Ticket degustazione “Pezzo duro” è di 3,00 euro con ingresso è libero.
Se li ricordano ancora i palermitani di una certa età – e non solo nel quartiere Romagnolo, famoso per gli ex Bagni Petrucci e i Bagni Virzì – i tranci ricavati dalle bombe di gelato.
La pasticceria Da Josè della famiglia D’Amico continua la tradizione dei pezzi duri di gelato (nelle storiche varianti di bomba e giardinetto) che sono magari un pò démodé, ma possono vantare l’inossidabile apprezzamento del pubblico che ama le tradizioni. I gusti spaziano dalla classica cassata all’antica, al caffè; dal parfait alla nocciola; dalla fragola, limone e pistacchio al riso paradiso con chantilly al cioccolato fino al torrone. La parte centrale, conosciuta come il tesoretto, è ricca di cioccolato canditi e mandorle.
I famosi “pezzi duri” alla napoletana (perchè furono i primi a introdurre questo sistema di raffreddamento negli stampi) fino a una cinquantina di anni fa erano molto in voga tra i gelati d’asporto. E molto più indietro nel tempo erano soprattutto emblema d’una élite nobiliare. Ne esistevano svariate tipologie (la mattonella, la charlotte, le granate, gli stracchini alla napoletana) ma la più celebre era la “bomba gelato”.
Ma perché veniva chiamato così? Il nome “bomba” (e da qui bombetta per la monoporzione) deriva dal fatto che i vecchi maestri gelatieri, non potendo acquistare forme metalliche nuove, raccoglievano le ogive delle bombe reduci della seconda guerra mondiale che riempivano di gelato scavato al centro per farcirle con la meringa all’italiana arricchita con canditi e scaglie di cioccolato (la meringa poi venne sostituita dalla panna).