Dieta mediterranea e sapori di Sicilia, la sintesi perfetta per la ripartenza

dieta mediterranea

di Ettore Barbagallo*

Ormai è chiaro a molti, anche se non a tutti: con il termine “Dieta mediterranea” non s’intende solo un regime alimentare tra i migliori al mondo, ma un vero e proprio stile di vita. 

La Dieta mediterranea è, infatti, un approccio esistenziale olistico legato ai ritmi della natura che invita a gustare i prodotti genuini della terra e a vivere il momento del pasto come un’occasione di socialità e di tradizione.  

Riconosciuta nel 2010 dall’Unesco quale patrimonio immateriale dell’Umanità grazie agli studi dello scienziato americano Ancel Keys, è di norma rappresentata da una piramide, elemento grafico che ne consente una percezione immediata e sintetica dei principi fondamentali.          

Questo enorme patrimonio culturale e territoriale è comune a tanti popoli del Mare nostrum e comprende paesaggi, tecniche agricole, tradizioni culinarie e tanto altro ancora, e in Sicilia, centro geografico e storico del bacino mediterraneo, trova una sintesi mirabile e unica. 

La principale isola della Magna Grecia è da millenni un trait d’union tra popoli e culture diverse, crocevia internazionale del mar Mediterraneo e palcoscenico delle principali vicissitudini storiche di tutti i tempi. 

La piramide della Dieta mediterranea (fonte: Fondazione Umberto Veronesi)

I prodotti che sono divenuti simbolo della cucina siciliana come i fichidindia, gli agrumi, il pomodoro, il frumento, l’olio e il vino, provengono da aree geografiche distanti e sono giunti in Sicilia tantissimi anni fa, adattandosi perfettamente al territorio fertile e al clima favorevole. Non è un caso che questa terra unica e affascinante sia stata scelta come “dimora” da tanti Dei e personaggi fantastici della mitologia classica.

Se è vero che il cibo è cultura, la cucina siciliana è essa stessa sintesi di tradizioni e tecniche culinarie molto varie, divenendo fortemente identitaria, riconoscibile in tutto il mondo e perfettamente sovrapponibile ai principi della Dieta mediterranea.

Profumi, colori, sapori, fantasia, materie prime naturali e genuine sono, infatti, gli ingredienti che hanno reso celebre la cucina siciliana rendendola sempre di più un elemento di forza dell’attrattività turistica isolana e prezioso patrimonio di salute, socialità e natura.

Elemento caratterizzante la Dieta mediterranea è anche il consumo prevalente di alimenti e prodotti di origine vegetale nel rispetto della loro stagionalità. In questo modo si limita l’uso di coltivazioni in serra e di sostanze chimiche e si garantisce la tutela del grande patrimonio di biodiversità rappresentato dalle varietà locali. 

Dal punto di vista strettamente agronomico, la rotazione delle colture garantisce anche un mantenimento della fertilità del terreno consentendo la disponibilità di prodotti freschi in ogni stagione e riducendo spese e inquinamento legati al trasporto delle merci. Per altro, l’utilizzo di varietà locali, spesso a rischio di estinzione, favorisce la tutela del cosiddetto germoplasma, cioè del relativo patrimonio genetico, e soprattutto invita al consumo di prodotti tipici e locali sostenendo le filiere di produzione anche nelle aree più marginali dell’isola. 

Farine di grani antichi, ortaggi tipici, olio extravergine di oliva, pesce azzurro, spezie, aromi, miele puro, legumi e frutta secca, sono i padroni della cucina siciliana e la varietà dei colori che la caratterizzano dà contezza della fantasia, ma anche della qualità nutrizionale delle pietanze tipiche siciliane. È risaputo, infatti, che i colori dei prodotti vegetali sono legati alla presenza di sostanze benefiche (le molecole della salute) che, grazie al potere antiossidante e antinfiammatorio, svolgono un prezioso ruolo di prevenzione di numerose malattie. 

A tutto questo si aggiunge un aspetto fondamentale legato alla socialità, all’integrazione ed alla convivialità, elementi espressamente inseriti alla base della piramide della Dieta mediterranea e caratteri tipici del popolo siciliano nonché punto di forza dell’ospitalità anche di tipo turistico.  

In Sicilia, il pasto tradizionale rappresenta il simbolo dell’accoglienza, dell’interazione e dell’integrazione sociale: si tratta di un rituale dalla forte connotazione etica, esprime valori, rispetta le tradizioni e le regole di convivenza. In questo ambito, le donne hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale da protagoniste, in particolare nella trasmissione delle conoscenze culinarie, così come nell’organizzazione della tavola e nel rispetto delle regole di ospitalità tipiche delle occasioni rituali. 

Ai giorni d’oggi, caratterizzati dalla particolare contingenza imposta da una pandemia tanto inaspettata quanto destabilizzante, è opportuno riprendere e valorizzare le identità locali, non solo per preservare ogni prezioso patrimonio culturale ma soprattutto per guardare al futuro e scommettere sulle nuove generazioni. 

È giunto il momento di investire su un approccio nuovo che veda come prioritari la qualità della vita e la tutela dell’ambiente. Questo non significa tornare indietro all’agricoltura con gli aratri trainati dai muli, ma piuttosto applicare le nuove conoscenze tecniche e tecnologiche ai principi che appaiono più sostenibili. Il consiglio migliore ce lo ha lasciato Petrarca tanti anni fa: Simul ante retroque prospiciens. Per chi ha dimenticato o non ha mai studiato il latino: bisogna saper guardare contemporaneamente al futuro e al passato.

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*Ettore Barbagallo, agronomo e imprenditore agricolo, è docente di scienze naturali e presiede in Sicilia l’associazione Amici della Terra; collabora con l’Università di Catania su diversi progetti ambientali e, all’interno del Museo dell’Etna (Viagrande – Ct), ha realizzato un’intera sezione dedicata alla Dieta mediterranea.

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