Chi non conosce Moltivolti, ristorante simbolo a Palermo dell’incontro tra culture diverse legate a doppio filo da una comune idea di cucina mediterranea internazionale? Probabilmente in pochi. Non tutti sapranno, però, che con l’arrivo in cucina dello chef Antonio Campo, che dopo importanti esperienze in Italia e all’estero ha deciso di ritornare nella sua Sicilia, i piatti etnici che hanno da sempre caratterizzato l’offerta gastronomica del ristorante che ha come mission principale l’inclusione sociale dei migranti, sono stati per così dire modificati e resi più sostenibili e “leggeri”.
Così il menù che il giovane chef ha pensato per la calda estate palermitana prevede piatti colorati e gustosi dove la materia prima vegetale, acquistata selezionando piccoli produttori locali e sostenendo la micro economia di un luogo dagli equilibri delicati come il mercato di Ballarò, è protagonista insieme a salse agrodolci, frutta e contaminazioni di sapori.
Le novità, come quella della pasta e fagioli fredda con pesto alla trapanese, però non escludono le pietanze – sempre gettonatissime – che hanno reso famoso il locale: il Mafè senegalese, goloso spezzatino di carne, verdure e voluttuoso burro di arachidi, o la Doppiaza afghana un corroborante stufato di vitello con riso e cipolla caramellata.
A questi piatti iconici del ristorante multietnico il cui staff è formato da trenta persone provenienti da dieci diversi paesi, si aggiungono creazioni gastronomiche colorate e leggere, dove tutto il Mediterraneo sembra incontrarsi a Palermo. Un esempio? Il classico brick tunisino (quello della foto di apertura dell’articolo) che si arricchisce della presenza del peperoncino habanero e della salsa raita, tipico condimento indiano con yogurt, cetrioli e pomodoro.
Perfette per contrastare la calura estiva le coloratissime insalate, dove gli ortaggi incontrano le eccellenze dei formaggi locali e la nota dolce e rinfrescante della frutta è protagonista, come quella con anguria, tuma e menta o la zucchine, carote, mango arrosto e yogurt.
Nelle proposte di Moltivolti non può mancare il cous cous, piatto simbolo di integrazione per antonomasia, diffuso in tutto il Mediterraneo in mille differenti varianti. Autentica specialità della casa (la semola è “incocciata” alla perfezione) quello di pesce proposto nella sua versione trapanese, ovvero con pesce e verdure fritte a parte. Si potrebbe mangiare solo quello: è un piatto unico ideale, dove il goloso brodo di pesce fa da preludio ad una frittura di pescato di piccolo taglio da tenere rigorosamente a parte, per alternare la croccantezza alla morbida carezza del cous cous in brodo.
Non mancano altri piatti iconici della tradizione siciliana come la caponata di melanzane o i freschissimi cavatelli con pesto alla trapanese.
Per chiudere in dolcezza una curioso omaggio alla cucina del Bangladesh, comunità molto presente a Palermo, con un’insolita “spuma di amchur”, una spezia ottenuta dall’essicazione del mango, i più tradizionalisti apprezzeranno invece la crema “grezza” di ricotta e frutta fresca e la colorata crostata di gelo di “mellone” (anguria).
Sebbene l’offerta gastronomica sia il core business di una della prime imprese sociali d’Italia, Moltivolti offre anche altro: un co-working, uno spazio per riunioni e incontri a cui di recente ha aggiunto una “guest house”: 6 camere con bagno che godono di una splendida terrazza da cui è possibile vedere le cupole della Cattedrale, della chiesa del Carmine e di Casa Professa. Una vista sui tetti del centro storico di Palermo che lascia davvero estasiati.