“DxD: Calici di vita”, il primo wine lunch solidale dedicato al tema della violenza sulle donne sabato 1 luglio dalle 12,30 farà tappa al ristorante Bagliotto nel suggestivo Borgo Parrini a Partinico (Via Trento, per info e prenotazioni al 3896314131). Il progetto “on the road” pensato per supportare le associazioni di volontariato che ogni giorno lavorano e profondono energie per aiutare chi le donne in difficoltà, è una iniziativa della delegazione siciliana dell’associazione “Donne del Vino”, guidata da Roberta Urso.
«L’estate delle Donne del vino Sicilia – dice la Roberta Urso, delegata regionale dell’associazione – è segnata dalla quinta tappa dell’evento DxD. Questa volta ci incontreremo in uno dei borghi più belli della nostra Isola, Borgo Parrini, e ancora una volta il vino sarà il volano per tenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne».
“DxD: Calici di vita” è un’alleanza tra produttrici socie dell’associazione regionale e i ristoratori per sostenere i centri di aiuto alle donne vittime di violenza dell’Isola, nell’ambito della campagna nazionale “Tunonseisola” promossa ed organizzata dalle Donne del Vino Italia presieduta da Daniela Mastroberardino.
Parte del ricavato del wine lunch solidale di DXD sabato 1 luglio al ristorante Bagliotto dello chef Giovanni Riina a Borgo Parrini andrà a “Libera di vivere” l’associazione di Palermo creata nel 2015 da Barbara Bartolotti sopravvissuta alla follia omicida di un collega di lavoro. Dopo il pranzo che è aperto al pubblico previa prenotazione, si terrà l’asta benefica di alcune bottiglie di pregio – formato Magnum, riserva o confezioni speciali – messe a disposizione dalle donne del vino, socie produttrici, e l’intero incasso verrà devoluto in favore dell’associazione “Libera di Vivere”.
Era il 20 dicembre del 2003. Barbara, sposata e madre di due bambini, aveva 29 anni e portava in grembo il figlio che non è sopravvisuto alle fiamme in cui è stata avvolta dal suo aggressore che, dopo averla martellata in testa e pugnalata all’addome, l’ha cosparsa di benzina. Fingendosi morta si è salvata anche se porta addosso e nell’anima le cicatrici del drammatico episodio che le ha stravolto la vita. Avrebbe potuto chiudersi nel suo dolore, invece Barbara ha trovato la forza di rinascere dando alla luce una terza figlia e il coraggio di aiutare le altre donne vittime di violenza fondando un’associazione.
«Vado spesso in giro per le scuole d’Italia a raccontare la mia storia e a insegnare il rispetto e la non violenza – racconta – ma lo Stato mi ha abbandonato. Non ho più un lavoro e l’associazione, anche dopo ripetuti appelli, non ha una sede e siamo costrette ad accogliere le donne negli studi degli avvocati e degli psicologici soci dell’associazione. Quando le donne del vino mi hanno contattato parlandomi dell’iniziativa – conclude Barbara Bartolottti – ho avvertito una nuova speranza. Un gesto di solidarietà che mi ha dato modo di pensare che grazie a loro “Libera di vivere” avrà modo di fare qualcosa di utile per gli altri».