Le lumache di terra con il picchi pacchi secondo la ricette della nonna

Ai primi temporali estivi, per quelli che l’estate la passavano in campagna, si ripeteva un rito: si calzavano gli stivali di gomma (per chi li possedeva) o un paio di scarpe vecchie e si andava in giro nei “giardini”, tra gli alberi di agrumi, di susino, di albicocco e di pero.

Con gli occhi puntati per terra si facevano lunghe passeggiate e si raccoglieva un bel bottino di lumache con il guscio. I più fortunati trovavano “sauri” (Helix aspersa) e “intuppateddi” (Helix aperta), ma i cestini – o semplicemente le buste di plastica – si riempivano di Eobania vermiculata detta “rigatella”, ma meglio nota in Sicilia come “crastuna”. Toccava poi alle nonne prepararle per la cena. Di qualche giorno dopo, però. Perché prima di cucinarle bisognava “spurgarle” ovvero liberarle del contenuto intestinale che avrebbe conferito un sapore amaro e sgradevole alla pietanza.

Ricordo che la mia nonna paterna le teneva per un paio di giorni in un grande recipiente insieme a del pangrattato. Le copriva con un colapasta (per assicurare il ricambio d’aria) e metteva su di esso un peso per assicurarsi che gli animaletti non uscissero dal recipiente (si sa, che le lumache quando sono numerose “cu li corna ammuttano i balati”!). E di tanto in tanto andava a scuoterle, verificava se qualche esemplare nel frattempo fosse morto (si capiva dalla puzza) e lo eliminava.

Un paio di giorni di questo trattamento e i crastuni erano pronti per finire in pentola, dopo averli lavati per bene per eliminare i residui di terra e le loro deiezioni.

Per far sì che l’animaletto rimanesse fuori dalla conchiglia durante la cottura, la nonna metteva le lumache pulite in una pentola piena di acqua fredda coperta con un coperchio e la poneva sul fornello a fiamma bassissima. Di tanto in tanto, poi, staccava le lumache che si attaccavano al coperchio. Poi appena constatava che non c’erano più lumache in movimento (ci voleva quasi un’ora), metteva il sale nell’acqua e alzava la fiamma e una ventina di minuti dopo l’ebollizione le scolava.

Le lumache erano così pronte per preparare la sua ricetta preferita, “i crastuni cu picchi pacchi”, una sorta di zuppetta simile a quella che si realizza con le cozze e di cui vi forniamo la ricetta facile, facile.

Crastuna cu picchi pacchi

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Ingredienti

  • 1 Kg di Eobania vermiculata (crastuna)
  • 500 gr di pomodoro fresco
  • 3 spicchi di aglio
  • una manciata di prezzemolo
  • olio extravergine di oliva
  • peperoncino o pepe e sale q.b.

Procedimento

Si comincia col preparare il “picchi pacchi”. Per far questo tritate l’aglio e soffriggetelo nell’olio d’oliva senza farlo diventare scuro. Aggiungete i pomodori che nel frattempo avrete già spellato e privato dei semi, il peperoncino secondo i vostri gusti e salate. Cuocete il tutto a fiamma bassa per circa mezz’ora schiacciando di tanto in tanto i pomodori fino ad ottenere un saporito sughetto (picchi pacchi).

A questo punto mettete insieme in una padella larga le lumache già cotte (il procedimento è descritto nell’articolo) e il picchi pacchi e saltate per qualche minuto. A fine cottura cospargete il tutto con il prezzemolo tritato finemente e servite con pane abbondante, preferibilmente tostato.

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